La Protezione civile, il cui Ministro è il catanese Nello Musumeci, di Fratelli d’Italia, fino alla passata legislatura siciliana presidente della Regione, ha rigettato per la Sicilia lo stato di emergenza dopo gli incendi dell’estate ultima, nonostante vi siano stati sei morti e danni stimati in circa 150 milioni di euro e persino altre stime regionali arrivano a 270 milioni. L’Attuale presidente della Regione Renato Schifani, palermitano, di Forza Italia, ha biasimato tale assunto, convocando per stamani la Giunta Regionale. Entrambi i governi, nazionale e regionale, sono della coalizione di centrodestra e tutti e due hanno anche al loro interno, da un lato ministri e dall’altro assessori, sia di Fratelli d’Italia che di Forza Italia.
Incendi nell’Isola, il Presidente della Regione vs il Ministro per la protezione civile
“Uno Stato che nega ai cittadini il risarcimento di un danno di pubblico dominio, subito per colpe o eventi altrui, e lo fa sulla base di cavilli procedurali non applicati prima, non è lo Stato in cui mi riconosco. Uno Stato che viene meno al principio della leale collaborazione dei suoi vari livelli, così come previsto dall’articolo 120 della Costituzione, non è lo Stato in cui mi riconosco” ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana renato Schifani.
“Contrasteremo – ha proseguito il presidente della regione Siciliana – questo ingiusto provvedimento in ogni sede amministrativa, giudiziaria, istituzionale e politica. Ma assicuro i siciliani danneggiati dagli incendi estivi che se lo Stato centrale li vorrà abbandonare, non lo farà la Regione da me guidata, perché la tutela della collettività di un popolo e la sua tenuta sociale costituiscono un principio sacro e irrinunciabile. Mi accingo a convocare per la giornata di domani una seduta straordinaria della giunta di governo per le determinazioni del caso”.
Incendi nell’Isola, il Presidente della Regione vs il Ministro per la protezione civile
“Ho convocato per mercoledì a Roma i direttori dei dipartimenti della Protezione civile nazionale e regionale per un riesame della pratica relativa agli incendi estivi in Sicilia, nel tentativo di trovare una possibile soluzione. I due direttori, Fabrizio Curcio e Salvo Cocina, già da agosto si confrontano sul tema, ma senza trovare una intesa – mi riferiscono gli uffici romani – per carenza di documentazione da parte della Regione”. Ha dichiarato il Ministro della Protezione Civile Nello Musumeci.
“Diverso invece il discorso sulle altre calamità: solo nel 2023 – ha proseguito il ministro per la Protezione civile – infatti, all’Isola sono state destinate da Roma risorse per circa 94 milioni di euro. Il difetto sta nella relativa norma del Codice di Protezione civile, che va rivista, assieme ad altri adeguamenti. Ci stiamo lavorando e presto la cambieremo”.
Incendi nell’Isola, il Presidente della Regione vs il Ministro per la protezione civile
Presumibilmente, anche in quanto siamo ormai in piena campagna elettorale per le europee dal 6 al 9 giugno 2024, si apprende che si starebbe già arrivando ad una soluzione con il chiedere alla Regione Siciliana di integrare la documentazione necessaria. E in questo senso il capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, è già andato in pressing sui Comuni per accelerare la certificazione dei danni. Certo, nel frattempo tra le famiglie e le attività imprenditoriali che hanno subito danni e in diversi casi oltremodo notevoli, c’è preoccupazione, anche per il timore che i tempi per gli aiuti possano allungarsi con pure conseguenze economiche che potrebbero divenire inconvertibili, ad esempio, dovuti a scoperture bancarie per potere dopo gli incendi far continuare l’azienda o sistemare casa. I devastanti incendi si sono verificati l’anno passato a cominciare da luglio e, gli interessi negli Istituti di credito su eventuali prestiti per far fronte ai danni subiti non attendono i tempi della politica e, peraltro quanto notoriamente, sono pure considerevolmente cresciuti con l’aumento da circa un anno del Tus (Tasso ufficiale di sconto) da parte della Banca centrale Europea (Bce).