In Germania, a Berlino, il lunedì 15 scorso, circa dieci mila agricoltori con i rispettivi trattori, dopo giorni di protesta lungo le strade della Nazione, sono arrivati tutti insieme alla Porta di Brandeburgo (uno dei punti di riferimento più importanti della città, l’unica porta rimasta della Berlino del secolo scorso divisa in Est e Ovest durante la Guerra fredda, di fatto oggi un simbolo dell’unità della Germania dopo la caduta dell’allora muro di Berlino) contro il piano di togliere le sovvenzioni sul diesel per i veicoli agricoli. In quell’occasione i rappresentanti della categoria dichiararono che “In linea di principio si potrebbe supporre che noi, come agricoltori, preferiremmo lavorare completamente senza sussidi. Tutti vorremmo avere la possibilità di vivere bene con il guadagno del nostro lavoro. Tuttavia, la realtà è che in Germania, ormai da molti anni, rispettiamo le normative ambientali e implementiamo le misure per il benessere degli animali, fattori che, nella competizione globale, ci mettono in una posizione di svantaggio, dal momento che altri paesi, con standard molto più bassi, hanno costi notevolmente inferiori dei nostri“.
La protesta degli agricoltori siciliani
Anche gli agricoltori siciliani hanno protestato in questi giorni sulle strade dell’Isola. Già il venerdì 12 scorso, due cortei di agricoltori con i propri mezzi stavano manifestando, uno sulla strada statale SS189 (Palermo-Agrigento) allo svincolo di Bolognetta e l’altro nel comune di Poggioreale, in provincia di Trapani. Poi il successivo mercoledì 17, parecchie decine di loro si sono ritrovati a Enna arrivati da ogni parte dell’Isola. Ieri 20 gennaio una grande manifestazione ripresa anche dai media nazionali. Partendo dall’area artigianale di Poggioreale, i trattori hanno sfilato lungo la Palermo-Sciacca per 3 km. Code infinite e traffico in tilt per diverse ore. Oltre un centinaio di mezzi provenienti dai comuni della Valle Del Belice, dall’Alto Belice e dalla Valle del Sosio per evidenziare i problemi del settore agricolo e chiedere maggiori investimenti al Governo nazionale.
La protesta degli agricoltori siciliani
C’era nel corteo anche una cassa da morto trainata su un carrello e un cartellone sul davanti di un trattore con scritto: no agricoltore, no cibo, no futuro. I manifestanti chiedono che siano rivisti alcuni aspetti dalla politica europea, nazionale e regionale: le politiche dell’UE, dell’Italia e della Regione Siciliana che favoriscono la vendita di prodotti non salubri a danno di quelli siciliani; la mancanza di misure concrete a sostegno dell’agricoltura e dell’allevamento, schiacciati da costi di produzione schizzati alle stelle; la svendita dei terreni alle multinazionali dell’energia; lo spopolamento della Sicilia a causa della continua emigrazione di giovani. I rappresentanti della categoria hanno evidenziato che “Non c’è più tempo per aspettare, dobbiamo agire adesso per far capire ai politici regionali e nazionali che il settore agricolo siciliano è al collasso. Siamo stanchi dei falsi proclami, delle belle promesse fatte solo a voce, adesso vogliamo i fatti. Rivendichiamo la tutela del mercato locale, per garantire cibo sano per i siciliani e per la sopravvivenza di un settore che permette di portare il pane in tavola a decine di migliaia di famiglie in tutta l’isola. Il settore agricolo è in ginocchio, costringendo molti a vendere le proprie terre e i giovani ad emigrare all’estero. Pretendiamo investimenti su questo settore, cuore strategico per la Sicilia”. È stato anche annunciato che quella di ieri non sarà l’ultima protesta degli agricoltori. È già stato annunciato per lunedì 22 gennaio un sit-in di protesta presso la Prefettura di Palermo.
La protesta degli agricoltori siciliani
L’anno passato e forse pure anticipando il generale grave malessere degli agricoltori siciliani sopra riportato, avevamo fatto un articolo su “Il giusto valore di produzione per il grano siciliano. Gli agricoltori e i commercianti di Marianopoli chiedono l’attribuzione del giusto valore per il grano siciliano a sostegno della produzione. Nel video interno all’articolo, Agostino Cascio, portavoce del Comitato Organizzatore Aree interne della Sicilia, quale agricoltore e siciliano amante della sua Isola, ha voluto rendere pubblico, anche attraverso la rispettiva pagina Fb e altro, la sofferenza nel vedere depauperato il valore del grano siciliano, poiché, così continuando, anche questa antica produzione rischia di scomparire e con essa le attività connesse.
Il video è tratto da Facebook.