La Regione Siciliana entro questo 2023 dovrebbe riacquistare i palazzi che aveva venduto nel 2007 – di cui argomenteremo appresso – dal Governo Cuffaro. I palazzi sono attualmente sede di assessorati e di tutti gli uffici annessi e connessi alla Regione Siciliana.
LA REGIONE SI RIACQUISTA I PROPRI IMMOBILI E SE LI AFFITTA SOSTANZIALMENTE A SE STESSA
L’assessore regionale all’Economia Marco Falcone ha dichiarato alla stampa che “In termini molto semplice le banche usciranno dal fondo immobiliare, così come altri soci, e il Fondo Pensioni della Sicilia acquisterà queste quote. A quel punto il Fondo Pensioni e la Regione saranno proprietari della maggioranza delle quote del fondo immobiliare che detiene I 33 palazzi”. L’operazione di riacquisto dovrebbe costare circa 60 milioni di euro secondo quanto stimato dall’assessorato all’Economia e alla fine di questa operazione in sostanza la Regione pagherà due terzi dell’affitto dei palazzi al Fondo Pensione dei dipendenti regionali e un terzo alla stessa Regione. “In questo modo il Fondo pensioni finirà per aumentare il valore del capitale visto che avrà degli immobili e una rendita fissa che al netto di spese di gestione e altro varrà una decina di milioni all’anno” ha aggiunto l’assessore regionale all’economia. L’operazione di riacquisto in corso rientra in un piano di riduzione della spesa degli affitti che il Governo Schifani sta portando avanti da qualche mese. In atto la Regione spende ogni anno 38 milioni in affitti (ci sono anche altre sedi oltre quelle dei 33 palazzi degli assessorati) e si vuole ulteriormente ridurre tale costo con anche i beni confiscati alla mafia, di cui qualche giorno addietro alla Regione è stato assegnato un edificio di seimila metri quadrati con uffici, magazzini e parcheggi nel quale il Governo regionale ritiene a breve di trasferire alcuni uffici.
LA VICENDA DAL 2007 MOLTO IN SINTESI
Il 7 marzo 2007, durante il governo di centrodestra, la Regione Siciliana trasferì i propri immobili (assessorati e uffici) alla Pirelli & C.Real Estate Società di gestione del Risparmio S.p.A. – successivamente Prelios SGR S.p.A. – per poi affittarli a se stessa. Per tale operazione fu costituita la Sicilia Patrimonio Immobiliare Spa avente pure un socio unico privato al 25%. Fu valutato il patrimonio impiegando 450 professionisti e individuati 34 immobili tra assessorati e uffici, tutti cosiddetti di pregio, stimati in 263 milioni di euro, sicché sono stati venduti per il 65% circa di tale valore riservandosi l’uso (altrimenti dove andavano assessorati e uffici) pagando un affitto inizialmente di circa 21 milioni annui così che la Prelios (ex Pirelli Real Estate, è una società di gestione e servizi immobiliari, attiva principalmente in Italia e in Germania, quotata nell’MTA dal 2002 al 14 maggio 2018 quando è stata revocata da Borsa Italiana per il successo dell’OPA lanciata da Lavaredo S.p.A. di Milano) si pagava il debito di circa 158 milioni di euro dell’acquisto degli immobili della Regione, la quale pose contestualmente il diritto di prelazione nel caso di vendita. Un espetto emblematico di tale vicenda è che nel settembre del 2008 la Corte dei Conti di Palermo aprì un’indagine su tale operazione per scoprire che lo stesso Palazzo che la ospita era stato ceduto. Non se ne seppe più nulla. Nel 2013 il neo governo di centrosinistra (2012-2017) esigette una riduzione del canone di affitto alla Spa della medesima Regione, sicché da allora è in corso un contenzioso giudiziario. Dal 2020 la Regione non paga più per intero il canone di affitto alla Prelios la quale ha proceduto con decreti ingiuntivi con interessi di mora, rivalutazione, spese legali e giudiziarie. In primo grado, seppure è stato riconosciuto alla Regione lo sconto del 5% sull’affitto, alla Prelio sono stati ammessi gli oneri chiesti in giudizio e tutti i pagamenti non versati. Si è in attesa della sentenza di secondo grado. Nel frattempo l’assessore all’Economia Marco Falcone del neo governo regionale di centrodestra, ha provato a mediare. Da quanto si apprendeva fino a qualche mese addietro, la Regione avrebbe pagato gli arretrati di 17 milioni di euro oltre interessi e quanto accessorio, dal 2022 e fino al primo trimestre del 2023, mentre da parte sua Prelios si sarebbe impegnata ad offrire alla Regione una garanzia in caso di sconfitta in Tribunale poiché c’è iscritta una ipoteca di secondo grado su tutti i 33 immobili a favore dell’assessorato all’Economia che è anche tra gli immobili pignorati. Stante che il contratto con Prelios durava 15 anni ed è quindi alla scadenza, la Regione nel caso di soccombenza voleva offrire: o un rinnovo dello stesso; oppure il racquisto degli immobili (cosa ultima che si starebbe pertanto facendo).
Nell’immagine di copertina il simbolico Palazzo Reale, anche detto Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana.
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