SICCITÀ E MINI ERA CALDA – L’ISOLA VICINA ALLA FORNACE DEL DESERTO DEL SAHARA
Lo si scrive da sempre: da circa un secolo e mezzo la Terra è all’interno di in una mini era calda (a sua volta dentro una macro era glaciale da circa due milioni e mezzo di anni, significa, come ci dice la scienza moderna, che prima c’era stata una macro era calda con temperature che oggi definiremmo torride, ma non per questo la vita è scomparsa). La scienza moderna individua l’inizio della mini era calda in atto, nell’anno 1850 (e dovrebbe durare stando alle precedenti cicliche mini ere calde almeno altri tre secoli), da quel momento veniva dichiarata ufficialmente finita la precedente mini era fredda, detta anche mini era glaciale, che dal 1300 aveva invertito letteralmente il clima rendendolo molto freddo, tanto che, ad esempio, gli ottomani persero due volte, in due secoli diversi, quando cercarono di conquistare Vienna (e quindi, da lì, l’Europa dell’epoca), non per motivi militari, ma in quanto furono decimati dal freddo e dalle conseguenziali malattie. Altro esempio, la laguna di Venezia che ghiacciava, facendo passar sopra i carri trainati dai buoi, oppure il Tamigi che ghiacciando si poteva percorrere da una sponda all’altra. Ci fu anche l’uragano più potente di sempre, nei Caraibi, con decine di migliaia di morti, dovuto, si ritiene, ad una corrente marina calda che in presenza di aria freddissima scatenò un’intemperia devastante. Oggi ci ritroviamo in una situazione inversa, simile ma non ancora (da quanto è dato conoscere) al livello di calore dell’ultima mini era calda (quella che vedeva il Nord Europa con un clima temperato come fosse l’odierna Italia) manifestatasi tra l’850 d.C. e il 1200. Alla mini era calda odierna (che è ancora come un adolescente) si aggiunge l’attività antropica che immette gas fossili nell’atmosfera aumentando l’effetto serra, sicché la situazione può diventare tragica ma per l’esistenza umana moderna, poiché non è che la vita in passato sia scomparsa nel susseguirsi di ere calde e fredde bensì è l condizione di esistenza moderna che può compromettersi. In pratica tutto quello che si osservava e pensava prima, va rivisto, con urgenza e ragionevolezza politica e onestà scientifica, attenuando propagande ideologizzata o interessi economici. Questa volta eventuali scelte errate potrebbero in futuro e già nel breve rivelarsi catastrofiche. I cittadini farebbero bene a consapevolizzarsi, poiché si pagherebbe anche con la vita, come peraltro sta già iniziando ad accadere. E specialmente noi siciliani dobbiamo ritornare ad essere più coscienti di tali cambiamenti climatici, poiché innanzi a noi c’è la fornace del deserto del Shara che potrebbe repentinamente estendersi all’Isola.
LA SICILIA
La situazione si sta prospettando preoccupante. In particolare nella Sicilia occidentale. La Premier ha di recente firmato un accordo con il presidente della Regione Siciliana, erogando all’Isola 6,8 miliardi, in parte anche per far fronte alla siccità. Non si può tuttavia non rammentare che in un articolo precedente si evidenziava come il problema della siccità nell’Isola veniva segnalato in crescendo già nel 1969 in una video-intervista dell’allora noto scrittore e giornalista, Leonardo Sciascia, ciò a conferma, purtroppo, che i nostri trasversali rappresentanti siciliani, politici, istituzionali e sociali (senza distinzione di estrazione, età e genere) da sempre sono stati esteriormente dei cinici parolieri, mentre interiormente si sono rivelati da decenni mercanti senza scrupoli dei rispettivi conterranei. Pertanto anche i cittadini (di ancora sana volontà) riprendano a stare all’erta, anche se poi, purtroppo, la “costituzione più bella del mondo” di fatto non prevede più la partecipazione efficace del cittadino alla gestione della cosa pubblica (deficienza avviata alcuni decenni addietro dal centrosinistra e poi cavalcata dal centrodestra).
ALLUVIONI E MAREGGIATE
Il contrario della siccità saranno le intemperie, improvvise, intense, distruttive, simile all’esempio sopra dell’uragano più potente mai conosciuto, analogamente nel meccanismo, con i mari caldi che si registrano intorno alla nostra Penisola e particolarmente Isola (medicane: ciclone mediterraneo), allorché giungeranno correnti di aria fredda (l’autunno è il periodo più probabile) si potrebbero scatenare maltempi imprevedibili. A ciò si aggiunga che negli ultimi secoli e particolarmente decenni, sono stati occupate aree che prima erano dei corsi d’acqua e dei mari. Sarebbe il caso di iniziare a pensarci, specialmente noi al Sud e soprattutto in Sicilia. Se i soldi attuali non si spendono con onestà intellettuale, potrebbe non esserci il tempo dopo per rimediare e neanche i fondi. I cittadini di sana volontà, anche in questo, siano più presenti, ne va dell’esistenza anche dei nostri ragazzi.