A Ravanusa nell’agrigentino, nella serata del 11 dicembre intorno alle 20:30, una notevole perdita di gas della rete di metano accumulatasi in una sacca nel sottosuolo ha causato una potente deflagrazione sentita anche a chilometri di distanza e causando una strage: tre case crollarono, altre tre rimasero danneggiate e nove persone persero la vita: : Calogero Carmina, suo figlio Giuseppe; Pietro Carmina, professore di filosofia, la moglie Carmela Scibetta,; Maria Crescenza Zagarrio, Liliana Minacori; Angelo Carmina, suo figlio Giuseppe e la moglie Selene Pagliarello con in grembo Samuele).
Adesso Il procuratore della Repubblica di Agrigento Salvatore Vella ha disposto la notifica della conclusione delle indagini a carico di 2 persone, richiedendo contestualmente al Gip l’archiviazione nei confronti di altri 10 soggetti nell’ambito dell’inchiesta scaturita da quella tragedia.
I due soggetti per i quali verrà chiesto il rinvio a giudizio sono rispettivamente il responsabile tecnico (oggi 88enne) dell’impresa Amica Srl, incaricata dalla Siciliana Gas S.p.A. dell’esecuzione materiale dei lavori di messa in posa della tubazione della rete distribuzione gas di Ravanusa nel tratto interessato, e dell’ex direttore tecnico della Siciliana Gas S.p.A, oggi 76enne.
Le 10 persone per le quali è stata richiesta l’archiviazione sono tutti responsabili, dirigenti o tecnici della Italagas S.p.A., società incaricata della gestione della rete di gas metano del comune di Ravanusa ma solo dal 2008 in poi, in seguito a fusione per incorporazione del precedente gestore della rete, la Siciliana Gas S.p.A.
Le analisi, secondo la procura, hanno permesso di evidenziare gravi carenze nel processo di posa in opera e saldatura di quel tratto di tubazione. Dunque, sostengono gli inquirenti, l’evento disastroso si è verificato a causa delle gravi carenze nel processo di posa in opera e saldatura del tratto di tubazione del gas interessato. Sui tecnici di Italgas, società che è subentrata dal 2008, non è dimostrabile che potessero essere a conoscenza del fatto che il raccordo incriminato fosse difettoso, né è possibile attribuire loro responsabilità per negligenza.
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