In generale in Italia, dice il report dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato – Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre), se i disoccupati in Italia sono poco meno di due milioni, di cui 800 mila circa in età compresa tra i 15 e i 34 anni, sarebbero un milione i dipendenti che le imprese non riescono a trovare, secondo il nostro Ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone (ed ex presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro). In questa Nazione abbiamo molte persone, soprattutto giovani, senza una occupazione, mentre tante aziende, anche nel Mezzogiorno, sono costrette a rinunciare a una quota importante degli ordinativi, poiché non hanno le risorse umane sufficienti per far fronte a queste nuove commesse. Mancano: saldatori; medici; ingegneri elettronici/telecomunicazioni; intonacatori (che includono anche stuccatori, decoratori e cartongessisti) sono introvabili; come anche irreperibili sono i saldatori ad arco elettrico; meccanici collaudatori; infermieri/ostetriche; tecnici elettronici (installatore e manutentore hardware); tappezzieri e materassai; operai addetti a macchinari per la filatura e bobinatura; saldatori e tagliatori a fiamma; elettrotecnici; operai addetti ai telai meccanici per la tessitura e maglieria. Per queste figure professionali, in 8 casi su 10 la ricerca degli imprenditori (privati e pubblici) si tramuta in fallimento.
“Per contrastare il disallineamento tra scuola e lavoro – commenta il segretario della CGIA Renato Mason – dobbiamo investire sull’orientamento, spiegando agli insegnati, alle famiglie e ai ragazzi che nella vita professionale ci si può affermare anche come lavoratori autonomi. Più in generale, comunque, bisogna ridare dignità al lavoro manuale, pagarlo di più e ricordare a tutti che gli istituti professionali e quelli tecnici non sono scuole di serie B, ma realtà che sono in grado di formare gli operai e i tecnici del futuro, molti dei quali lavoreranno in camice bianco e in dotazione avranno strumentazioni tecnologiche dal valore economico di migliaia e migliaia di euro”.
IN SICILIA
Secondo il rapporto dell’ISTAT (Istituto nazionale di statistica, un ente di ricerca pubblico) l’Isola ha uno dei tassi di occupazione più bassi d’Italia e, al contempo, tra gli under 35 la più alta percentuale, 32% di Neet (Not in Education, Employment or Training – Indicatore atto a individuare la quota di popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione). Le aziende in Sicilia secondo i dati dell’Associazione degli artigiani, elaborati sulla base dei numeri registrati da Excelsior Unioncamere Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Promuove il diritto al lavoro, alla formazione e alla crescita professionale delle persone, coordina la rete nazionale dei servizi per il lavoro, è responsabile del sistema informativo del mercato del lavoro), non trovano lavoratori formati in particolare nel commercio, turismo, edilizia e trasporti. Le figure più richieste sono: commessi delle vendite al minuto; camerieri e professioni assimilate; muratori in pietra, mattoni, refrattari; personale non qualificato per servizi pulizia uffici ed esercizi commerciali; conduttori di mezzi pesanti e camion. Mancano anche medici di medicina generale, ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, i dirigenti d’azienda di istituti scolastici privati e di strutture sanitarie private, nonché infermieri, ostetriche ed elettrotecnici. Caltanissetta risulta la provincia con l’incidenza più alta nella difficoltà di reperimento, pari al 40,5%. Seguono Siracusa con il 38,8%, Enna con il 38%, Ragusa con il 37%, Palermo con il 35%. Con la cifra maggiore in termini assoluti pari a circa 76mila figure non reperite è Catania, poi Messina al 34,5%, Agrigento al 33,7% e Trapani al 32%. C’è una carenza sostanziale di formazione sia per I livelli medio-bassi che, soprattutto, per quelli più alti e specializzati, specialmente nelle materie Stim [Science (scienza), Technology (tecnologia), Engineering (ingegneria) e Mathematics (matematica), queste quattro discipline rappresentano settori fondamentali che si intersecano tra loro, promuovendo una comprensione approfondita del mondo che ci circonda e stimolando l’innovazione tecnologica] e nelle professioni del futuro come digitalizzazione e intelligenza artificiale, addirittura una mancanza quasi assoluta di persone che si presentano alle selezioni.
L’OPINIONE
Un motivo parallelo per il quale non si trovano lavoratori, sarebbe dovuto, stando a quanto si apprende, all’annoso fenomeno nel privato di approfittarsi del bisogno degli altri di lavorare, addirittura arrivando ad estorcere parte della retribuzione ai dipendenti. Si citano due ultimi articoli di settembre u.s. “Sicilia. Non pagava l’intero stipendio ed estorceva parte del residuo (video). La GdF di Taormina ha posto ai domiciliari un imprenditore di Giardini Naxos: non pagava il dovuto stipendio ed estorceva parte del residuo” e “Sicilia. Due datrici di lavoro estorcevano parte dello stipendio ai dipendenti. La Squadra Mobile della Questura di Caltanissetta ha arrestato le due datrici di lavoro del nisseno. Iniziale lavoro in nero”
Inoltre (risaputamente) la costosa Formazione, in Italia e specialmente in Sicilia, è stata da sempre nella maggioranza dei casi (di tutta evidenza quanto dissimulato, grazie a leggi italiane che sembrano fatte per tutelare la corruzione, la delinquenza e rendere malagevole la vita ai civili cittadini così da tenerli al guinzaglio di Stato, Regioni, Enti, Province, Comuni, ecc.), un incontrollato e inverificabile pozzo senza fondo, per fini elettorali di politici, da destra a sinistra, nonché loro arricchimento insieme a istituzionali, burocrati, familiari, amici, compari, amanti, cerchie e variegati ‘seguiti’. Il risultato, come in ogni cosa da decenni in questa Nazione e soprattutto Regione, lentamente arriva al pettine. Fino a che dura.
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