Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha presieduto ieri a Palazzo d’Orleans un tavolo tecnico. Presenti l’assessore ai Rifiuti Roberto Di Mauro, il dirigente generale del dipartimento competente Calogero Burgio ed esperti e tecnici dell’amministrazione regionale. Il nuovo documento prevede di realizzare due termovalorizzatori insieme a una dozzina di impianti per il compostaggio e altrettanti per la produzione di biometano, è stato redatto attraverso i dati pubblici messi a disposizione dall’Ispra. Tornano nel dibattito le due aree individuate dalla vecchia giunta Musumeci: Gela e Pantano d’Arci nel Catanese. Secondo il piano dovranno smaltire circa 300 mila tonnellate all’anno ciascuno di rifiuti residuali. Il piano si è posto dei limiti non certo vicini quale che entro il 2035 si dovrà ridurre ad appena il 10% la quantità di rifiuti smaltibili nelle discariche. C’è stato un confronto con le Srr, società per la regolamentazione del servizio di gestione de rifiuti. Coinvolti anche i gestori attuali degli impianti, in modo tale da avere una ‘fotografia’ reale della situazione nell’Isola. Rispetto al tema dei termovalorizzatori, il dimensionamento sarà condizionato ai contenuti del nuovo Piano. Da oggi partiranno i 45 giorni per la presentazione di eventuali osservazioni rispetto all’elaborato. Va tuttavia aggiunto che i tempi per arrivare ai primi bandi non si annunciano brevissimi, passerà almeno un anno prima che possa essere avviata la macchina degli appalti.
“Quello dei rifiuti – sottolinea il presidente Schifani – è uno dei temi prioritari del mio governo. Per questo motivo ho voluto che questa prima riunione si tenesse qui in Presidenza. Per condividere insieme all’assessore strategia e tempistica prima della presentazione del Piano”.
Nel frattempo la Giunta regionale ha ufficializzato l’intenzione di abrogare la norma che impedisce di realizzare qualsiasi impianto per i rifiuti in un raggio di 3 km dai centri abitati. È una norma che sta bloccando appalti milionari con i fondi del Pnrr in tutta la Sicilia e per questo il governo si appresta a cancellarla. Ce ne siamo occupati in un precedente articolo.
Intanto la Tari (tassa rifiuti) aumenta con percentuali che di recente in certi casi nella parte variabile arriva pure al 100% e in quella fissa al 30%, conseguentemente cresce la Tefa (tributo provinciale per l’esercizio delle funzioni ambientali) che è il 5% sulle precedenti.
L’OPINIONE
Come sanno amministrare i nostri trasversali governanti e parlamentari, nazionali e regionali, da destra a sinistra e con rispettive pletore di opportunisti, lo saprebbe di certo fare chiunque, anche senza essere neppure andato a scuola, basta infatti forzosamente tartassare a colpi di estorsione fiscale i contribuenti noti. Peraltro nella fattispecie si ravvisa il decennale raggiro della propaganda con la quale si declama la riduzione dei tributi a livello centrale, mentre di fatto si fanno aumentare esponenzialmente quelli periferici. E dietro le quinte (salvo per chi non può o non vuole vedere) di tutta evidenza sono da anni tutti compiacenti in questa usuraia strategia, dagli scranni più alti dello Stato e Regioni fino all’ultimo strapuntino comunale. Il resto è risaputa trita magniloquenza. Fino a che dura.
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