Santo Bonaccorso, 67enne, impiegato della Città metropolitana, si vide coinvolto nel 2012 in un’indagine di assenteismo. Ma si era trattato di uno scambio di persona: quello nel video non era lui ma un altro collega, tanto che dopo sette anni e mezzo è stato assolto “perché il fatto non sussiste”. Nel frattempo Santo si è indebitato per pagare gli avvocati, è rimasto isolato da amici e conoscenti, si è visto pignorare la casa poiché non ha potuto più pagare il mutuo, non ha potuto neppure avere un prestito. Santo ha dichiarato alla Stampa che più vote aveva spiegato al giudice che il dipendente incriminato non era lui “Per sette anni e mezzo mi sono presentato di fronte al Giudice, guardandolo in faccia, con la fotografia della persona che ha commesso il reato. Ma il Giudice non l’ha guardata e non ha guardato neanche le carte. Rinviava, senza neanche alzare la testa. Una media di dieci udienze l’anno. E nel frattempo, però, io non ci dormivo la notte”. La famiglia di Santo è monoreddito con due figli, per riuscire a guadagnare di più per pagare i debiti oltre all’esecutore amministrativo fa anche il portinaio alla Città metropolitana. Ma almeno ha riacquistato la fiducia e la serenità della famiglia.
L’OPINIONE
Abbiamo una Premier donna, la prima volta in questa Nazione. Se vuole distinguersi dai suoi predecessori deve combattere e abbattere la CCL: criminalità, corruzione, lentezza.
Dispiace per il nostro conterraneo Santo, ma almeno ce l’ha fatta seppure dopo anni. Per fortuna ha un lavoro pubblico che è un punto fermo per il presente e futuro. Molti altri che finiscono nel lento tritavita della Giustizia italiana, quando civili e tanto più se comuni cittadini, non sempre hanno poi un punto fermo per riprendersi.
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