Si potrebbe quasi dire che Cateno De Luca, ora sindaco di Taormina nonché deputato all’Ars, ha “scatenato”, nel senso che ha quasi interrotto, gli anelli della catena che tengono insieme la maggioranza del Governo regionale Siciliano del presidente Renato Schifani.
Eppure durante i giorni di questa settimana, in cui l’Ars ha dato corso all’approvazione della cosiddetta Finanziaria bis, sembrava tutto andasse per il meglio, con emendamenti che hanno rimpinguato i risaputi sostegni elettorali della trasversale politica siciliana, dalla copertura dei posti vacanti di dirigente negli assessorati promuovendo i funzionari regionali, alle decine di milioni per i forestali, alla stabilizzazione di oltre millecento Pip (precari del sistema pubblico regionale-comunale – ne rimangono altri 3500 circa mentre se ne creano come da decenni altri con diversa sigla per notoriamente nel frattempo rimpolpare i bacini di votanti) e ancora, soldi per Diocesi, presepi, la possibilità di assumere consulenti per valorizzazioni varie, estensione del contratto regionale ai dipendenti Ciapi (Centro Interaziendale Addestramento Professionale Integrato, ente di formazione), per restauri in stile liberty (movimento artistico e filosofico che si sviluppò tra la fine dell’800 e il primo decennio del 1900 e che influenzò le arti figurative, l’architettura e le arti applicate) e altro.
Poi però nella notte tra mercoledì e giovedì scorso è stato presentato un emendamento alla Finanziaria bis con cui stanziare 300mila euro per Taormina quale contributo di spese necessarie per assicurare la sicurezza e il decoro urbano del rispettivo parco archeologico. L’emendamento lo aveva presentato il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno di Fratelli d’Italia e ne era informato anche l’assessore all’Economia Marco Falcone di Forza Italia. Da lì è iniziata la tensione stante i notori rapporti al momento conflittuali da parte del neo sindaco della Perla dello Jonio Cateno De Luca leader di Sud chiama Nord con il presidente della Regione Renato Schifani di Forza Italia. Cateno De luca nei suoi ultimi quotidiani video in cui, tra le altre situazioni, racconta della vicenda in atto di scontro del Comune da lui rappresentato con la Fondazione TaoArte gestita dalla Regione Siciliana non ha risparmiato attacchi a Schifani. Va aggiunto che in un’intervista ad un’emittente di Catania Cateno De Luca, presente anche l’assessore Regionale Manio Messina di Fratelli d’Italia, il sindaco di Taormina si era invece manifestato benevolo verso l’assessore regionale al punto di offrirsi come consulente gratuito per la redazione del bilancio della Regione. Qualcosa, come si dice in gergo popolare, forse ribolle nell’annoso pentolone della politica regionale siciliana, d’altra parte Cateno De Luca ha sempre dichiarato che il suo fine è fare il “sindaco di Sicilia”.
La reazione del Presidente della Regione siciliana Renato Schifani è stata di tutta evidenza risentita bloccando la votazione a favore dell’emendamento per Taormina, mentre contestualmente lo stesso è stato modificato a favore di tutti i Comuni dell’Isola in cui sussistono parchi archeologici che così possono accedere a ristori regionali. Il presidente della Regione in ultimo non ha neanche partecipato ai lavori d’Aula mentre si votava la Finanziaria bis. Inoltre ha delegato la gestione dei rapporti del Governo con l’Ars al suo vice e assessore all’Agricoltura Luca Sammartino. Infine ha tolto la delega alla Programmazione dalle mani dell’assessore al Bilancio Marco Falcone avocandola a se.
Cateno De Luca, dal palco della sua pagina Facebook ha accusato Schifani di utilizzare metodi arroganti aggiungendo che il presidente Schifani ha persino minacciato le dimissioni così implicitamente facendo cadere il Governo dovendosi quindi tutti andare a nuove votazioni. E su tale avvertimento Cateno De Luca lo ha sostanzialmente invitato a farlo poiché già pronto per la campagna elettorale a neo presidente della regione Sicilia.
Da quanto si apprende, in Forza Italia già dalla formazione dell’attuale Governo regionale, le frizioni tra Gianfranco Miccichè e l’attuale presidente di regione Schifani, sono state ulteriormente acuite dal contropiede politico mediatico di Cateno De Luca, vicino di vecchia data a Micciché (si ricorderà a marzo 2019 il “patto della pignolata” con l’allora sindaco di Messina Cateno De Luca, l’allora presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, l’allora assessore di Messina Dafne Musolino ora senatrice di Sud chiama Nord e l’allora e tutt’oggi sindaco di Santa Teresa di Riva-ME Danilo Lo Giudice).
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