Lettera aperta all’Amministrazione comunale di Biancavilla del Presidente dell’Associazione Cittàccessibile, Carmelo Mazzaglia: «I cittadini con disabilità vorrebbero essere coinvolti negli eventi come tutti gli altri cittadini»
Cara Amministrazione comunale di Biancavilla,
vi scrivo questa lettera aperta per chiedervi di prendere in considerazione, nel futuro, le esigenze delle persone disabili in occasione degli eventi collettivi che riguardano la nostra città.
Il mio non vuole essere assolutamente un attacco sul vostro operato, ma semplicemente voglio farvi presente che esistono anche cittadini con disabilità che vorrebbero, come tutti gli altri cittadini, essere coinvolti negli eventi che si svolgono a Biancavilla, come per esempio le “feste patronali” appena trascorse. Vi scrivo da semplice cittadino, anche se non mi sento trattato da cittadino dall’amministrazione che mi rappresenta, in considerazione del fatto che partecipare agli eventi del mio paese è reso difficile data l’insufficiente accessibilità.
E come me, penso anche tante altre persone disabili siano rimaste deluse da “Biancavilla”. Deluse profondamente per la scarsa accessibilità del mio paese e la scarsa organizzazione in queste feste, per una vera e propria “Inclusione Sociale” che sarebbe possibile se si “progettasse” ogni evento per tutti. Con accessibilità non intendo solo le cosiddette “barriere architettoniche”, che sappiamo nella nostra città ce ne sono un bel po’.
Sarebbe banale considerare che basti mettere scivoli e pedane e il gioco è fatto. La vera accessibilità è consentire a “tutti i cittadini”, mettendoli in condizione di poter partecipare attivamente agli eventi proposti, permettendo loro il relazionarsi con gli altri. Per far ciò, occorre una collaborazione tra l’Amministrazione comunale e le varie associazioni presenti e creare un piano d’inclusione (non solo per le festività).
Collaborazione che tutti auspicano, ma che che sostanzialmente non c’è mai stata.
Anche in queste “feste patronali” molte persone disabili sono rimaste a casa a guardare la festa in tv. Questo accade perché si è erroneamente convinti che sia necessaria chissà quale cifra per un’inclusione efficace. Credetemi non ci vuole nemmeno un euro, basta poco, ovvero solo una organizzazione, una progettualità che non escluda nessuno. Ecco, ad esempio, cosa si sarebbe potuto fare:
1) riunione organizzativa con tutte le associazioni per coinvolgere le persone disabili durante la “notte bianca”;
2) postazioni riservate per permettere di vedere l’uscita del santo e coinvolgimento durante la processione;
3) disposizione adeguata delle bancarelle per permettere maggiore fruibilità e inclusione;
4) iniziative inclusive.
Personalmente non ho trascorso bene le “feste patronali”, ho fatto un giro e l’inaccessibilità è incredibile (provare per credere) e a malapena ho visto i patroni. Volevo inoltre dirvi di non confondere il termine “diversamente abile” con il termine “disabile”. Il primo termine è stato abolito nel 2009 dall’Onu (“persona con disabilità” è il termine usato dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità dell’Onu, diventato standard internazionale, ndr). Vi dico questo perché se non si conoscono le cose si crea “discriminazione, emarginazione ed esclusione” e vi spiego perché: credendo che il primo termine sia lo stesso del secondo si commette un errore madornale, perché il pensiero cui porta è che la persona ha altre abilità e invece la questione è che la persona ha le stesse abilità degli altri ma utilizza altri modi per dimostrare le abilità. “Diversamente abile” è come dire “partecipare alle festività diversamente” ovvero a casa.
Insisto sul termine perché se non si sanno nemmeno queste cose, come possiamo creare una “Inclusione” vera e propria? Io credo che ogni cittadino ha diritto e vuole essere partecipe degli eventi del proprio paese, per cui perché creare disagio ed esclusione per chi si trova disabile quanto basta veramente poco?
È molto grave questo fatto. Non bisogna dimenticare nessuno e progettare per tutti.
Perché molte persone disabili sono rimaste a casa? Probabilmente penserete perché stanno male o non hanno molti amici. Invece è perché non sono state coinvolte nelle festività adeguatamente, e se non si coinvolgono non possono uscire, e se non escono non possono conoscere amici, e se non hanno amici rimangono soli.
Vi invito pertanto, a considerare bene l’idea di un piano veramente d’inclusione, per e migliorare Biancavilla sull’accessibilità in generale, perché riguarda tutti. Non siate indifferenti se un cuore ce lo avete.
Rimango a disposizione!
Carmelo Mazzaglia