Il deputato del Partito Democratico Anthony Barbagallo aveva presentato alla Camera dei Deputati un ordine del giorno affinché fossero riconosciute una serie di limitate e circoscritte condizioni, in presenza delle quali: continuare ad applicare lo sconto in fattura per lavori di ristrutturazione e risanamento.
Tale istanza riguardava in particolare il Comune di Biancavilla di Sicilia (per cause che molto in sintesi andremo appresso a spiegare) nel cui territorio è stata accertata una situazione molto rischiosa data dalla presenza di un patrimonio edilizio profondamente compromesso da matrici inquinate, nella fattispecie di fluoro-edenite, un minerale contenuto nelle pietre utilizzate nei decenni precedenti per le costruzioni, causa di un elevato tasso di mesotelioma pleurico (cancro al polmone).
Ieri, il Governo Meloni ha espresso parere contrario e poi la Camera dei Deputati ha respinto lo specifico ordine del giorno con 159 voti contrari e 60 favorevoli, su 277 presenti e 219 votanti.
L’OPINIONE.
Si rimane allibiti innanzi a certe avversità della Maggioranza di Governo, di tutta evidenza incomprensibili, se non anche differenzianti verso una collettività della Sicilia, tanto più quando ci si trova innanzi ad accertate, pure scientificamente, problemi di salute anche molto gravi e persino mortali.
La storia di Biancavilla di Sicilia in provincia di Catania è ricolma di affascinanti periodi che ne hanno contraddistinto la sua collocazione geo-sociale e caratterizzato l’attuale notevole patrimonio artistico, monumentale e culturale. Un’area abitata sin dal paleolitico (tra 2 milioni e mezzo e 12 mila anni addietro), poi nell’età del bronzo (tra il 2300 e l’11 mila a.C. con la civiltà Castelluciana). Ma è soprattutto dal XV secolo alla fine del basso Medioevo e gli albori del Rinascimento che Biancavilla vede l’inizio dell’affermarsi della ridente e imprenditoriale comunità di circa 25 mila residenti che è oggi. Tra l’altro dal 2020 esiste anche una moschea per gli oltre 500 residenti musulmani.
Purtroppo, nei tempi passati non c’erano le attuali consapevolezze della scienza moderna con le quali oggi si possono prevenire anche tanti drammi, specialmente di salute. Infatti, essendo la cittadina di Biancavilla posizionata alle falde dell’Etna, tanto da far parte del Parco che porta il nome del vulcano, a circa 500 metri sopra il livello del mare, chiaramente è contraddistinta da massive presenze laviche nel sottosuolo, dal quale si estraevano i materiali di costruzione. Uno di questi, nel Vallone San Filippo del Monte Calvario, presenta un deposito lavico noto come ignimbrite di Biancavilla-Montalto conseguenza di numerose stratificazioni eruttive dell’Etna.
Dagli anni ‘90, l’Istituto Superiore di Sanità, a seguito di molti casi di tumore al polmone tra gli abitanti del paese, ha avviato delle indagini e una volta escluse altre cause, quali quelle professionali o da fumo, si accertò che i materiali da costruzione della cava del Monte Calvario sopra indicato, contenevano anfiboli, minerale costituito da asbesti comunemente noti come amianti, notoriamente agenti cancerogeni.
Dal 2001, con decreto ministeriale, Biancavilla è stata individuata come una delle quattro aree della Regione Sicilia, dopo Milazzo, Gela e Priolo, quale sito di interesse nazionale (SIN). Sono stati quindi avviati i lavori di bonifica e messa in sicurezza della ex-cava di Monte Calvario. Dal 2019, nell’ambito degli interventi previsti nel SIN, l’ASP di Catania ha inaugurato un ambulatorio di pneumologia e un punto informazione, al fine di promuovere misure di prevenzione primaria ed educare la cittadinanza sui rischi da esposizione a fluoro-edenite. Le misure di bonifica adottate hanno permesso di ridurre la concentrazione di fluoro-edenite nell’aria al di sotto della soglia di rischio indicata dall’OMS (1 fibra per litro d’aria). Tuttavia, si attende ancora il completamento dei lavori di bonifica e particolarmente per gli edifici civili.
Il Governo Meloni con il respingimento dello sconto in fattura per il risanamento di civili abitazioni costruite in passato con materiali poi rivelatisi cancerogeni, implicitamente ha precluso ai proprietari delle abitazioni costruite negli anni scorsi con i materiali estratti dalle cave contaminate, di non potere provvedere, economicamente nella maggioranza dei casi, neanche di propria iniziativa alla rispettiva bonifica e pertanto alla salvaguardia della salute propria, di quella dei familiari e anche di terzi.
Nell’immagine di copertina: Biancavilla cartina – Biancavilla paese – Ignimbrite di Biancavilla Montalto – Monte Calvario
Adduso Sebastiano