Le ragazze, poverissime, venivano individuate in Nigeria e inviate in Italia sui barconi dei disperati. Per loro anche la minaccia con riti esoterici
È di due arresti il bilancio di una operazione antiprostituzione condotta, a Catania e Selargius (provincia di Cagliari), dai Carabinieri del Comando Provinciale etneo in esecuzione del fermo emesso dalla Procura Distrettuale di Catania. I provvedimenti hanno raggiunto due cittadini nigeriani responsabili del reato di tratta di persone, in concorso tra di loro e con altri soggetti di nazionalità libica e nigeriana, non ancora identificati, e riguardano l’illegale introduzione nel territorio italiano, tramite l’attuale flusso migratorio dal Nord Africa, di giovani nigeriane in condizioni di estrema povertà avviate alla prostituzione.
Le indagini hanno dimostrato come i sodalizi nigeriani abbiano raggiunto, nella tratta di essere umani, alti standard organizzativi e gestionali con la cura di ogni fase della filiera, dal “reclutamento” in patria alla fornitura di documenti falsi per l’espatrio fino al trasferimento in Italia o in altri paesi europei per tappe successive. È stato accertato come la rotta per l’afflusso in Italia delle giovani clandestine si sviluppi, fino all’arrivo in Libia, via terra, attraverso una serie di soste effettuate in vari stati africani. Dalla Libia, via mare, le donne raggiungono le coste siciliane, dove, prese in consegna dai referenti locali dei diversi sodalizi, vengono trasferite nelle città di destinazione per il successivo sfruttamento sul mercato della prostituzione.
Le attività investigative sono iniziate nel mese di febbraio del 2016 ed hanno permesso di accertare come un cittadino nigeriano, presente a Catania, abbia organizzato la partenza, con mezzi di fortuna (autobus e jeep), di alcune donne dalla Nigeria fino alle coste libiche, dove ad attenderle c’erano soggetti che avevano una vera e propria struttura di accoglienza. Le donne venivano trattenute, e spesso sottoposte a maltrattamenti e violenze anche sessuali, sino al momento della partenza su barconi verso le coste italiane. Poi, raggiunta l’Italia, si presentavano alla persona che era stata indicata come “contatto” per essere avviate alla prostituzione.
È stata documentata, inoltre, la presenza di una madame nel paese di origine a cui spettava il compito di individuare in Nigeria le vittime da reclutare, finanziando le spese iniziali del viaggio. Prima di affrontare questo lungo itinerario attraverso il deserto del Sahara, le giovani donne venivano sottoposte ad un rito esoterico (foriero di morte ed altre disgrazie in caso di allontanamento degli obblighi assunti) con cui venivano costrette a mangiare cuore crudo di galline ed arachidi ed a bere alcool.