Gli 884 migranti avevano pagato somme comprese fra i 500 ed i mille Euro per la traversata
La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Catania, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, hanno posto in stato di fermo sedici cittadini extracomunitari, indiziati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina in relazione allo sbarco di 884 migranti giunti presso il Porto di Catania lo scorso 28 maggio, a bordo del rimorchiatore battente bandiera italiana “Vos Thalassa” soccorsi in acque internazionali due giorni prima e provenienti dalla Libia.
Gli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, con la collaborazione della locale Sezione Operativa Navale delle Fiamme Gialle, hanno acquisito elementi di prova necessari all’adozione dei provvedimenti di fermo nei confronti di:
Mohammad Diallo, nato in Gambia classe 1990;
Gad Abdelfattah, nato in Palestina, classe 1991;
Ahmad Ahmad Omar, nato in Egitto, classe 1992;
Mohammed Ahmed, nato in Marocco classe 1993;
Mohamad Al Ghdadi, nato in Marocco classe 1994;
Youssef Almabrouky, nato in Marocco classe 1990;
Jawad Boudraa, nato in Marocco classe 1996;
Moad Elouzin, nato in Marocco classe 1995;
Aziz Ghedbane, nato in Marocco classe 1984;
Youreb Hajji, nato in Marocco classe 1987;
Aziz Hashaoui, nato in Marocco classe 1980;
Mohammen Herman, nato in Marocco classe 1988;
Ahmed Ibrahim, nato in Palestina classe 1989;
Bechir Maatouq, nato in Marocco classe 1991;
Abudi Risaag Mayamed, nato in Etiopia classe 1997;
Moustapha Saber, nato in Marocco classe 1988.
I migranti hanno raccontato di avere raggiunto la Libia dai paesi d’origine e di essere stati condotti in connection house site nelle località di Zuara e Sabratah, laddove erano rimasti 30/45 giorni, sorvegliati da trafficanti che davano loro da mangiare una volta al giorno.
I migranti, che avevano pagato per la traversata somme variabili tra 800/1500 dinari libici (500/1000 euro), venivano poi condotti in spiagge e fatti salire a bordo di natanti (gommoni o piccoli pescherecci).
Le investigazioni hanno consentito di acquisire univoci e concordanti elementi di responsabilità a carico dei sedici indagati, permettendo di individuare in Mohammad Diallo, cittadino gambiano, il driver del natante, mentre nei restanti 15 stranieri coloro che si erano occupati di predisporre l’occorrente per affrontare la navigazione (portando taniche di benzina, il motore ed altro), nonché di mantenere, una volta a bordo, il governo del predetto natante.
A conclusione delle attività, i fermati sono stati associati presso la locale Casa Circondariale di “Piazza Lanza” a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.