Sulla propria pagina Fb, Giarrusso, deputato europeo ex grillino passato di recente al Pd, inizia con Cancelleri (del quale ci siamo occupati qualche giorno addietro “Cancelleri: lasciati i grillini passa a Forza Italia“) e scrive di cose “indicibili”.
SCRIVE GIARRUSSO
“Cancelleri ha fatto in questi anni cose indicibili, e certamente indegne dei valori cui si rifaceva il Movimento. Due mandati in Regione, due mandati al governo, due mandati alla camera per sua sorella, e poi il marito di lei, cognato di Giancarlo, assunto a 65mila euro l’anno da Laura Castelli al MEF. La corte dei conti volle vederci chiaro, e quella nomina indegna venne ritirata. Questo è Giancarlo Cancelleri, un politicante vecchio stampo, poltronaro e arrogante: lo è sempre stato, perché vi stupite che vada in Forza Italia? Di questi esempi potrei farne centomila, tutti simili: soldi, poltrone, ricatti, candidature promesse o minacciate, amici assunti negli uffici del M5S e pagati con soldi pubblici, compresi i condannati Ciaccio e La Rocca, legatissimi a Cancelleri … Quando Cancelleri che era deputato regionale venne nominato sottosegretario, cosa proibita dalle regole del M5S, io lo feci presente pubblicamente, visto che predicavamo onestà e trasparenza. La risposta fu la rabbia di quasi tutti gli onorevoli -miracolati e no- che appunto erano nient’altro che pedine in mano a Cancelleri: non importava la verità, cioè che lasciare un ruolo elettivo NON ERA POSSIBILE DA STATUTO, ma importava mentire ed essere omertosi per compiacere l’onnipotente Giancarlo ed attaccare me … Cancelleri, dimaiano di ferro, entrò nel governo Draghi: per Luigi doveva entrare per forza facendo di fatto un quarto mandato, dopo i due alla regione e uno nel Conte 2.”.
E CONTINUA:
“Conte è entrato nel Movimento per diventarne il leader, gli spiegai chi fosse Cancelleri, come agisse, che guerra avesse fatto non solo a me, ma A CHIUNQUE MI FOSSE AMICO, VENISSE AI MIEI EVENTI, OSASSE CONDIVIDERE UN MIO POST O PARLARE BENE DI ME. Conte purtroppo non mi ha creduto, immagino perché consigliato male, e scelse di affidare il Movimento in Sicilia proprio a Cancelleri, promosse i suoi delfini e i suoi soldatini. Poco dopo mi venne anzi richiesto esplicitamente di uscire dal Movimento da una persona molto influente, cosa che a quel punto feci, affranto … questo mio rispettare un valore fondante del M5S dava FASTIDIO A CHI HA USATO IL MOVIMENTO PER PIAZZARE SE’ STESSO O I PROPRI PARENTI E I PROPRI PROTETTI. Per questo, anche per questo, io ho subito una guerra senza quartiere e senza mai tregua il cui generale era Giancarlo Cancelleri, spalleggiato da truppe di colonnelli, sergenti e soldatini ”.
E AGGIUNGE:
“Ricordo i sedicenti grillini che dovevano darmi “lezioni” di Movimento, tutti legati a Cancelleri. Corrao, che è uscito dal M5S e passato ai Verdi anni fa e fece anche un appello per disiscriversi dal M5S con tanto di foto di Conte e Di Maio. Gli stretti amici di Corrao e Cancelleri: Sergio Tancredi, poi candidato in FDI e trombato, un tal Lombardo, deputato M5S passato in non so quanti partiti compreso quello di Renzi e poi scomparso, Matteo Mangiacavallo, passato a FdI e trombato, Angela Foti, passata a FdI e trombata… ricordo che in campagna elettorale, una volta, in un incontro a Leonforte, vennero a “controllarmi” due sedicenti grillini ortodossi, Elena Pagana e Ciccio Cappello. Fedelissimi di Cancelleri, stavano lì a spiegarmi che loro erano il vero Movimento, non io. Ebbene Angela Pagana è passata a FdI, è stata candidata alle regionali, trombata, ma ripescata come assessore da Schifani, mentre Ciccio Cappello, una sorta di devoto a Cancelleri è rimasto sì nel Movimento, ma dopo due mandati, alla faccia della coerenza, oggi prende ancora uno stipendio proprio grazie a Nuccio di Paola, con cui collabora in regione: ancora soldi pubblici, dopo i due mandati”.
L’OPINIONE
È notorio un personale avvicinamento da cittadino agli iniziali Cinque stelle, poiché essendomi nel tempo impegnato in un civico comitato, tra cantonate e approfondimenti nonché esperienze in trincea di come funziona il “tritacarne” pubblico-politico e nella fattispecie soprattutto comunale, ritenni che la “Costituzione più bella del mondo” era stata negli anni evidentemente “piegata”, tanto da non prevedere più alcuna partecipazione efficace della cittadinanza alla gestione della Cosa pubblica, in particolare locale, se non solo per fare “scruscio” (tradotto dal dialetto siciliano: chiacchiere e schiamazzo).
Da lì iniziai una sorta di impegno sociale: approfittando dello scrivere su un giornale online, nonché parlando da un palco e altro; per spiegare ai concittadini e specialmente ai deputati e senatori, in ispecie dei Cinque stelle (all’epoca vedendoli come persone che venivano dal popolo e pertanto ritenevo non potessero che essere per quest’ultimo) che occorreva ripristinare un organo amministrativo, snello e non costoso, intermedio tra gli Enti locali-provinciali-regionali e il Tribunale amministrativo (Tar) e Procura della Repubblica, al quale il cittadino e per esso un consigliere di minoranza potesse evidenziare certe situazioni (delibere, determine, avvisi, ordinanza, ecc.), affinché si potessero evitare, anche solo in parte, certe risapute quanto dissimulate: commistioni, corruzioni, spartizioni, mercimonio e “altro” già alla base del sistema pubblico-politico italiano e specialmente siciliano.
Avevo al riguardo anche suggerito, memore di confronti con persone addentro, che tale Organo andava rivisto in senso moderno, con l’inserimento a rotazione pure di un magistrato e tre ufficiali di CC, Polizia e GdF.
L’esito ogni volta era palese: non ne volevano sentire parlare di ridare al cittadino il legittimo diritto democratico e progressista partecipare efficacemente alla cosa pubblica-politica. Da lì in mio conseguente allontanamento, poiché mi era ormai lampante che nei Cinque stelle erano interiormente come quelli che dicevano di volere combattere.
Anche gli altri partiti, da destra a sinistra, di tutta evidenza e pure notorietà, non sono diversi, in quanto a zuccherata avversione, allorché si tratta che il cittadino possa, per diritto, democrazia, civiltà, libertà, equità, efficacemente “impicciarsi” del sistematico sistema pubblico-politico.
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