A partire dal primo gennaio 2024 entra in vigore la ZES Unica. Ciò significa che le imprese che operano o intendono insediarsi nelle regioni del Mezzogiorno avranno accesso a una straordinaria opportunità economica: la Zona Economica Speciale unica, abbreviata con ZES Unica. Ieri 9 novembre 2023, l’Assemblea del Senato, con 102 voti favorevoli, 64 contrari ed un’astensione, ha rinnovato la fiducia al Governo approvando, nel testo identico a quello trasmesso dalla Camera, il ddl di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 124/2023, sulle disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione (A.S. 927. Il provvedimento, giunto nell’Aula di palazzo Madama senza mandato al relatore e poi con l’apposizione della fiducia da parte del governo, è composto da 23 articoli ripartiti in sei capi.
ZONA ECONOMICA SPECIALE (ZES) UNICA PER IL MEZZOGIORNO, CHE COMPRENDE I TERRITORI DELLE REGIONI ABRUZZO, BASILICATA, CALABRIA, CAMPANIA, MOLISE, PUGLIA, SICILIA E SARDEGNA
Tra le misure contenute, il testo istituisce la Zona economica speciale (Zes) unica per il Mezzogiorno, che comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, e prevede l’istituzione, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, di una cabina di regia Zes, che vedrà il coinvolgimento dei presidenti delle Regioni interessate, con compiti di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio, e di una Struttura di missione per la Zes. Vi sono misure in tema di rafforzamento della capacità amministrativa in materia di Politiche di coesione, attraverso la ridefinizione dei criteri e delle modalità di impiego e di gestione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2021-2027, con l’introduzione dello strumento dell’Accordo per la coesione, in sostituzione dei Piani di sviluppo e coesione, ai fini dell’attuazione degli interventi finanziati con le risorse del Fondo. Si istituisce un portale web che darà tutte le informazioni e si introduce, per il 2024, il credito di imposta per gli investimenti nella Zes unica. Le 8 Regioni potranno assumere, a tempo indeterminato, massimo 2.200 unità di personale non dirigenziale, di cui 71 riservati al Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio. E 266 a tempo determinato. Si interviene sulla disciplina dei Contratti istituzionali di sviluppo (Cis). E si prevede di limitare la loro stipula solo per realizzare interventi finanziati con il Fondo. Si ridisegnano i poteri in capo al Governo in caso di inerzia o inadempimento delle amministrazioni pubbliche responsabili degli interventi. E si dà vita a Palazzo Chigi a un’altra Cabina di regia: quella per lo sviluppo delle aree interne, presieduta dal ministro per gli Affari Ue.
CENTRI DI PERMANENZA PER I RIMPATRI E DI REALIZZAZIONE DELLE STRUTTURE DI PRIMA ACCOGLIENZA, PERMANENZA E RIMPATRIO
In materia di trattenimento presso i Centri di permanenza per i rimpatri e di realizzazione delle strutture di prima accoglienza, permanenza e rimpatrio, c’è la previsione dell’estensione da sei a 18 mesi del limite massimo di permanenza nei Centri per il rimpatrio (Cpr) degli stranieri in attesa di espulsione, per l’ipotesi in cui lo straniero non collabora al suo allontanamento o ci sono ritardi nell’ottenimento della necessaria documentazione da parte dei Paesi terzi. Il Decreto contempla l’inserimento, nell’elenco delle opere di difesa e sicurezza nazionale di cui al Codice dell’ordinamento militare (Com), degli hotspot e dei Centri di accoglienza, permanenza e rimpatrio, demandando ad un Decreto del presidente del Consiglio dei ministeri l’approvazione del piano straordinario per l’individuazione delle aree interessate dalla realizzazione di tali strutture, che saranno costruite dal ministero della Difesa, mediante le articolazioni del Genio militare, l’impiego delle Forze armate e l’avvalimento della società Difesa servizi Terme. Ai fini della realizzazione del piano viene infine istituto, nello stato di previsione del ministero della Difesa, un apposito fondo, con una dotazione di 20 milioni di euro per il 2023. Per fronteggiare la crisi dei migranti si assegnano ai Comuni di Lampedusa e Linosa risorse per 45 milioni di euro. Si prevede la realizzazione di hotspot e centri di prima accoglienza. E ci sono agevolazioni per il rapido smaltimento delle imbarcazioni usate dai migranti.
Ci eravamo già occupati della ZES con l’articolo “Sicilia. Una parte dei fondi ZES andrà prioritariamente a Sicilia e Sardegna. Un emendamento approvato in Commissione bilancio della Camera prevede che i primi fondi Zes andranno a Sicilia e Sardegna”
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