Dopo l’episodio della contestazione bendata della regia sessantottina di Bohème, il maestro Alberto Veronesi* lancia la costituzione di “Save Opera”, Associazione europea.
«Ho ricevuto migliaia di messaggi di solidarietà – ha affermato Veronesi – e condivisione per la contestazione di Bohème. È stata una scelta difficile, non in linea con il mio stile professionale, ma non potevo sopportare più gli arbitri della regia. Oggi si pone un problema nel mondo della lirica, dopo i tempi in cui regie schierate politicamente a sinistra, magari anche provocatorie, potevano essere utili per far accettare autori che erano stati strumentalizzati dai regimi nazifascisti, la gente comincia ad essere stanca, anzi diciamo chiaramente che non ne può più, dei cliché sempre uguali della trasposizione storica dissacrante delle trame operistiche».
Veronesi, poi, aggiunge: «Nasce, quindi, “Save Opera”, un’associazione che ha l’obbiettivo di tutelare l’opera dalle follie degli organizzatori della lirica, organizzatori che spesso si trovano a proprio agio in un sistema drogato in cui vanno avanti e vengono premiati artisti al di là di strette valutazioni artistiche e professionali e di rispetto degli autori. Questo sistema, basato sulla lirica intesa come provocazione distruttiva, assume che si possa fare rinnovamento dell’arte semplicemente stuprando le opere del passato, facendo i baffi alla Gioconda, risparmiando ai direttori artistici il difficile ma necessario compito di commissione di opere nuove, di nuovi compositori e nuovi librettisti».
Ma quali sono i mezzi per combattere questa deriva? «In teatro – conclude il noto direttore d’orchestra – si può ancora fischiare, si possono mettere bende sugli occhi, si possono scrivere lettere di protesta ai teatri e ai politici, lettere ai giornali, finanche commentare sui social, tutto ciò che è utile per manifestare il dissenso va fatto, e la nostra associazione aiuterà tutti coloro che vogliono esprimere dissenso verso ciò che distrugge l’opera».
* Figlio del famoso oncologo Umberto Veronesi, ha studiato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano pianoforte con Ely Perrotta, composizione con Renato Dionisi e Adriano Guarnieri, direzione d’orchestra con Gabriele Bellini. Alberto Veronesi, 58enne milanese, è anche impegnato in politica, è stato per anni iscritto al Pd, nel 2016 si è candidato a Milano nella lista di Beppe Sala. Nel 2020 ha anche corso in Toscana (“Lucca è la mia seconda casa”, diceva) sempre con il Partito democratico, fino a quest’anno 2023, quando ha deciso invece di scendere in campo con Fratelli d’Italia alle elezioni in Lombardia, ma con 1120 preferenze raccolte non risulta eletto.
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