Il 4 dicembre è iniziato a Città del Messico il meeting internazionale della Giornata mondiale contro la corruzione, che ricorre il 9 dicembre di ogni anno e che ha visto la partecipazione italiana di Anac.
Giuseppe Busia, giurista e dirigente pubblico italiano, dal 2020 presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), intervistato dalla stampa, ha dichiarato “Negli ultimi anni l’Italia ha fatto importanti passi in avanti nella lotta alla corruzione. Dalla nascita dell’Anac, dal 2014 a oggi, l’Italia è migliorata di 28 posizioni, in base alla classifica sulla percezione della corruzione stilata annualmente da Transparency International. Non bisogna però abbassare la guardia, peggio, fare passi indietro. Abbiamo infatti parecchia strada da fare. Dal sistema Anac di misurazione dei rischi di corruzione, emerge che il fenomeno è ancora diffuso. In questa giusta battaglia ci possono essere di grande aiuto i whistleblower, la cui tutela è stata rafforzata dal decreto dello scorso marzo, che ha recepito finalmente la direttiva europea”.
In 4 mesi – ha aggiunto il presidente Busìa – ovvero da quando è diventato efficace il decreto legislativo che prevede la tutela dei whistleblower (coloro che denunciano irregolarità e violazioni all’interno dei luoghi di lavoro) sono già 600 le segnalazioni di whistleblowing trasmesse ad Anac. Un numero significativo, destinato a crescere ancora di molto”.
Quella per i whistleblower* è una tutela che secondo il presidente Anac è alla base dell’aumento di segnalazioni degli ultimi mesi perché “dalla prossima settimana sarà estesa anche alle aziende private tra i 50 e 249 dipendenti che dovranno pertanto attivare un canale interno per la trasmissione e gestione delle segnalazioni“.
Delle 600 segnalazioni giunte sinora all’Anac, 240 provengono dal settore privato e 360 dal pubblico. E continua al riguardo il presidente Busia “i whistleblower stanno conquistando spazio anche da noi. Parliamo di autentiche ‘vedette civiche’, pronte a mettere in gioco i propri interessi per denunciare i comportamenti illeciti. Una leva fondamentale, non solo per far emergere corruzione e malaffare, ma anche per far crescere e migliorare l’efficienza del settore pubblico e di quello privato”.
Per questo la tutela del whistleblower, spiega il presidente dell’Anac è “un diritto riconosciuto a livello internazionale, estensione del diritto di libertà di espressione. Preservare i whistleblower da comportamenti ritorsivi è l’imperativo dell’Autorità. Chi responsabilmente denuncia qualche irregolarità sa di poter trovare tutela, senza temere le ritorsioni dei suoi superiori“.
Eventuali rischi di un uso strumentale del whistleblowing come elemento di pressione o di ricatto sui propri superiori sono scongiurati dall’intervento dell’Anac, precisa il presidente Brusia “L’Autorità offre protezione solo a chi realmente la merita (perché è stato sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito, o sottoposto ad altre misure punitive come conseguenza delle sue precedenti segnalazioni di illeciti commessi da un suo dirigente), e non a chi viene giustamente sanzionato dal proprio datore di lavoro o, addirittura, effettua una segnalazione come whistleblower al solo scopo di crearsi una sorta di alibi o scudo rispetto a sanzioni che sa essere imminenti”.
Gli effetti di questa riforma a tutela dei whistleblower daranno a breve i loro effetti “Io spero di sì – auspica il presidente dell’Anac – L’istituto del whistleblowing favorisce la cultura della legalità. Chi corrompe o commette violazioni di legge, danneggia tutta la comunità, e sappiamo che a pagarlo sono soprattutto i più deboli. La prevenzione dei comportamenti corruttivi è anche un modo per rimuovere le diseguaglianze e creare pari ed eque opportunità per tutti”.
Nell’immagine di copertina la mappa di Transparency International realizzata secondo l’indice di percezione della corruzione 2022. L’indice classifica 180 paesi in base ai loro livelli percepiti di corruzione nel settore pubblico.
L’OPINIONE (da cittadino solo alcuni soggettivi empirici suggerimenti):
1) Ripristinare una seria doverosità, responsabilità e altrettanta oggettiva eventuale indagine con parte di inquirenti e giudicanti esterni alle corporazioni e categorie, in tutto il settore pubblico-politico, compreso quello della giustizia;
2) Istituire un Organo che vigili e informi i cittadini, in maniera seria e oggettiva, sulle conseguenze delle modifiche normative e relative interpretazioni giurisprudenziali, poiché, risaputamente, basta anche una virgola o un punto, modificati con disattenzione (o anche in malafede) che un reato penale improvvisamente diviene amministrativo se non anche lecito, tanto che le innumerevoli depenalizzazioni degli ultimi decenni fanno dire con numeri alla mano che i reati sono diminuiti quando invece di fatto sono stati semplicemente depennati;
3) Ripristinare la partecipazione efficace del cittadino alla gestione della Cosa pubblica, specialmente nei Comuni, Province, Regioni, Enti e Partecipate, attraverso un Organo, modernizzato, a cui potersi rivolgere in maniera snella e non costosa. Istituto che, guarda caso, grazie pure all’insipienza di noi popolo italiano in materia di Diritto, è stato trasversalmente rimosso decenni addietro dal centrosinistra e centrodestra, dando notoriamente così via, a detta di molti, alla più grande spartizione e manciugghia pubblico-politica, mediante il decentramento, arduo da controllare.
4) Introdurre nella scuola dell’obbligo sin dalle prime classi, ovviamente in modo proporzionale e come materia basilare al pari dell’italiano, lo studio dei diritti e doveri, insegnati da un laureato in legge, in quanto, di tutta evidenza, meno i cittadini in una società democratica e moderna conoscono le norme nonché i rispettivi effetti, più dominano corruzione, concussione, connivenza, commistione, omertà, arroganza, prepotenza, discriminazione, mercimonio, mafie e delinquenza e inquinamento della società adulta e, ancora peggio, delle giovani generazioni.
*Whistleblower: colui che denuncia o riferisce alle autorità, pubblicamente o segretamente, attività illecite o fraudolente nel governo, in un’organizzazione pubblica o in un ente privato. L’istituto del c.d. whistleblowing è disciplinato dall’art. 54 bis “Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti” del decreto legislativo n. 30 marzo 2001, n. 165, come modificato dall’art.1, c.1, della legge 30 novembre 2017, n. 179, il quale prevede una tutela rafforzata per il pubblico dipendente che, nell’interesse dell’integrità della pubblica amministrazione, segnala al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza ovvero all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) o denuncia all’autorità giudiziaria ordinaria o a quella contabile delle condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro. Le segnalazioni di illeciti possono essere inviate al seguente indirizzo di posta elettronica, SegnalazioneIllecitiAnticorruzione@lavoro.gov.it, compilando il modulo: Modello per segnalazione illecito (file pdf).