In questo fine dicembre le previsioni economiche per il prossimo anno annunciano che l’aumento dei tassi di interesse, salvo grandi sorprese, è finito. L’inflazione sarebbe in contrazione e dovrebbe scendere al 2% al più tardi entro il 2025. Un autorevole membro francese della Banca Centrale Europea e governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, ha dichiarato poco prima delle festività natalizie alla Stampa che la Bce nel 2024 dovrebbe iniziare a tagliare i tassi dopo averli rapidamente alzati nel corso di quest’anno e mantenuti da un livello elevato del 4% abbastanza a lungo da garantire di abbattere l’inflazione. Insomma per farla breve, buone notizia per famiglie e attività imprenditoriali. Ovviamente salvo ulteriori allargamenti di conflitti in corso oppure altre nuove tensioni geopolitiche, sociali, pandemiche e finanziarie nel mondo.
Nel 2024 l’inflazione scenderebbe, ma i prezzi salirebbero lo stesso
Poi però riguardo all’Italia arriva la stima del Codacons (una nota associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) che ha fatto una preventiva stima sulle maggiori spese che attendono i consumatori italiani nel 2024 a causa dei rincari di prezzi e tariffe. Le famiglie dovranno quindi mettere mano al portafogli e prepararsi a rincari che, in alcuni casi, potrebbero essere particolarmente sostanziosi. Sul podio cibi e bevande, che registrano già da due anni un trend in forte rialzo e seppur in attenuamento nel corso del 2024, saranno protagonisti di una maggiore spesa stimata in +231 euro a famiglia. Non va meglio per auto, treni, aerei: per il settore dei trasporti, già caratterizzato nel 2023 da caro-benzina e caro-voli, una famiglia media potrebbe ritrovarsi a spendere 160 euro in più annui. In Sicilia poi c’è anche l’aggravante dei trasporti, con le stangate sui voli, soprattutto nei periodi “caldi” e gli aumenti nel settore dei trasporti marittimi, in particolare nei collegamenti con le isole minori.
Nel 2024 l’inflazione scenderebbe, ma i prezzi salirebbero lo stesso
Altro aspetto con rincari è quella dell’Rc auto (assicurazione), con i prezzi delle polizze in forte rialzo nell’ultimo periodo, come certificato anche dall’Ivass (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni è un’autorità amministrativa indipendente che esercita la vigilanza sul mercato assicurativo italiano, per garantirne la stabilità e tutelare il consumatore): in pratica, prevede il Codacons, una famiglia che dispone di due automobili si ritroverà a spendere in totale 62 euro in più rispetto al 2023 solo a titolo di copertura assicurativa.
Nel 2024 l’inflazione scenderebbe, ma i prezzi salirebbero lo stesso
Ci sono poi gli adeguamenti tariffari nel comparto della telefonia, con diversi gestori che hanno già annunciato aumenti fino ad un massimo del 10% per il nuovo anno: scrive il Codacons “una maggiore spesa tra i 30 e i 35 euro in più a famiglia”. Se per i mutui sembra finita la politica dei rialzi dei tassi imposta dalla Bce – con la conseguenza che nel corso del 2024 potremmo non assistere a nuovi incrementi delle rate – lo stesso non può dirsi per il settore dell’energia, dove regnano pesanti incognite: la fine del mercato tutelato del gas (fissata al 10 gennaio 2024) e della luce (luglio 2024) porterà inevitabilmente incrementi delle tariffe, come peraltro denunciato di recente da un report Istat. La maggiore spesa potrebbe attestarsi quindi a +220 euro annui – stima l’associazione. L’elenco dei rincari continua con le banche (+18 euro a titolo di servizi finanziari e bancari), tariffe locali (+60 euro per rifiuti, acqua, ecc.) bar e ristoranti (+68 euro annui a famiglia per mangiare e bere fuori casa). Proseguiranno inoltre i rincari nel comparto del turismo, con aumenti dei listini che interesseranno strutture ricettive, pacchetti vacanza, stabilimenti balneari e servizi vari: in media 120 euro in più a famiglia, conclude il Codacons.
L’OPINIONE
Non desidero ripetermi, ovverosia che noi cittadini (che non sono le trasversali pletore di codazzi e propagandisti irreggimentate, specialmente in prossimità di votazioni, senza dignità, scrupoli, deontologia, etica e neanche un minimo di oggettività, imbevuti unicamente di opportunismo, mercimonio, sprezzo, retorica, ipocrisia e omertà, degni seguiti dei rispettivi arroganti, prepotenti, accidiosi, arraffatori, mistificatori, referenti pubblici-politici di Stato, Regioni, Enti, Province, Comuni e Partecipate) come scriveva il Censis ai primi di questo mese, siamo ormai come dei “sonnambuli” e, aggiungeva un commentatore su un noto giornale economico “cittadini che non sanno più dove camminiamo”.
Nel 2024 l’inflazione scenderebbe, ma i prezzi salirebbero lo stesso
Ieri poi la ciliegina (seppure finalmente una parola oggettiva, quanto evidente e notoria fino adesso dissimulata) del ministro dell’economia: viviamo in una condizione di “allucinazione” (non è stato chiaro se tale messaggio era inviato, come avrebbe dovuto esserlo, al sistema Stato con annessi e connessi oppure ai cittadini). Nel sistema piramidale di Stato, politico e istituzionale, dal puntale più alto fino all’ultimo strapuntino della base, non cè infatti quasi mai uno scatto di autorevolezza umana per, almeno, riconoscere che è l’annosa e trasversale conduzione, squilibrata, insensata, inconcludente, disordinata, divagante, dello lo Stato italiano, di destra e di sinistra, la causa della pressoché incancrenitasi situazione socio-economica odierna, la quale avendo raggiunto proporzioni elefantiache con apparati e nugoli di “seguiti”, per garantirsi deve continuare e procreare suoi pari e subalterni, succhiando risorse da tutte le parti, conseguentemente innescando una cascata di aumenti, tasse, imposte, costi e prezzi, a carico del contribuente, attività, consumatore e utente.
Nel 2024 l’inflazione scenderebbe, ma i prezzi salirebbero lo stesso
Un variegato sistema pubblico-politico chiamato Stato (lo Stato sono LORO) nel quale vige, non scritto, un velato (e neanche tanto) interesse egocentrico, venale e compulsivo: i soldi; sistemarsi e farsi mantenere a vita insieme alla rispettiva cerchia possibilmente senza neanche lavorare e men che mai produrre; e per questo, si passa pure sopra chiunque ed ogni cosa, compresi fini e interessi comuni (significativo che si arriva ormai a chiedere una sorta di “pizzo”, per carità, sempre come per legge, infatti lo chiamano “incentivo”, per compiere il proprio dovere, come a Roma in questo fine anno per la pulizia della città e come altri casi sparsi nella Penisola). Ribadisco, per carità, tutto regolare e costituzionalizzatosi (basta infatti inventarsi, rivedere o interpretare una norma e tutto diventa lecito, morale, per continuare con il decennale trasversale decadimento). FINO A CHE DURA (…no i soldi dell’Europa, del debito pubblico e dell’estorsione fiscale).
Nel 2024 l’inflazione scenderebbe, ma i prezzi salirebbero lo stesso
Poi, potrebbero essere soprattutto i nostri ragazzi e medi giovani a pagare, (ma non è detto, a seconda dell’eventuale momento di “bancarotta”, che non saremo anche in molti adulti a doverlo subire), i quali però, credo, temo, non si rendano più conto del potenziale pericolo, poiché sono di tutta evidenza sviati, manipolati e veicolati (quasi scientificamente per pascolare anche loro dopo i rispettivi genitori): da una scuola che quando si esce si viene dal passato; da media uno più ridondante e simile all’altro; da esempi di illusori e retorici politici e istituzionali a parrocchetto degli ultimissimi decenni; e, soprattutto, preda del consumismo il quale martella con “prefabbricati” vuoti a perdere. COME SE NE ESCE PRIMA DI ARRIVARE, AMMESSO CHE NON CI SIAMO GIÀ, ALLA SOGLIA DI NON RITORNO? Una Nazione che vive da anni come se non ci fosse un domani, mentre il domani c’è da tempo sotto gli occhi di coloro, ormai mi pare sempre meno, che ancora possono e vogliono vedere. E il domani, temo, stia arrivando.






