Quando si mette in azione la propaganda dello “Stato di turno”, si affastellano le idee tra i cittadini, ovverosia aumenta la nostra confusione. È il caso di tutta evidenza del Reddito di Cittadinanza, una norma chiaramente civile in una Nazione democratica, sociale, europea, occidentale e repubblicana, ma, incomprensibilmente scritta a suo tempo senza prevedere sul richiedente controlli incrociati tra le varie banche dati e nonostante, all’epoca, promulgata da un Premier professore di Diritto, sicché in questi anni sono stati migliaia i profittatori, fra cui mafiosi, delinquenti, benestanti, ecc. A discapito adesso di chi ha reale bisogno di sostegno.
Il taglio attuale del reddito di Cittadinanza ha causato sconforto se non anche disperazione in moti concittadini che diversamente non avevano altro supporto economico per sopravvivere. Il Tra i deliri che da qualche anno (forse anche post-Covid ?) ci vengono in modo lampante veicolati, c’è anche quello che persino ha fatto passare la povertà per una quasi colpa e non invece molte volte una situazione che di cui una società moderna dovrebbe farsi carico. La propaganda di Stato si è persino inventata la categoria degli “occupabili” come se la disoccupazione fosse una scelta non spesso una ineluttabile condizione. È anche lampante per un altro verso che, l’esempio nel tempo ad ogni nuova generazione da parte di garantiti (e pure a volte risaputamente e persino ostentatamente nulla facenti) nel sistema pubblico-politico e rispettive pletore di seguiti, ha slatentizzato l’emulazione innata nella nostra specie umana, pertanto il lavoro da dipendente privato viene quasi culturalmente percepito come un coercitivo sacrificio e, di contro da chi lo offre, a volte come un occasionale sfruttamento. Dunque molti hanno finito con il ritenere che sia meglio un sussidio, seppure minimo, se non in diversi casi anche pari alla remunerazione in certe attività private e anche para-pubbliche.
Ora siamo giunti all’ennesima inversione di direzione anche di quella imprecisa norma inerente il RdC. Al riguardo i dati dell’Osservatorio Reddito di Cittadinanza dell’INPS relativi al mese di giugno 2023 in Sicilia appaiono inquietanti, in quanto sarebbero 37 mila 645 nuclei familiari che nella nostra Isola perderanno il sussidio per un totale mensile sospeso di € 24.061.139,82. Come numero la Sicilia è persino prima della Campani, la quale è seconda in questa graduatoria con 36.700 sospensioni. E si annunciano altre sospensioni poiché il termine per la decadenza non è uguale per tutti i suoi percettori. Al posto del RdC è nato l’assegno d’inclusione ma con delle rilevanti differenze rispetto al primo. Sarà infatti solo per le famiglie che hanno al loro interno almeno uno dei seguenti componenti: minorenne; disabile o comunque invalido percettore di assegno Inps; un over 60. È stato introdotto rispetto ai predetti elementi anche il parametro di scala di equivalenza, ossia quel valore che tiene conto della composizione del nucleo familiare sia per definire il requisito reddituale che per l’importo spettante: valore pari a 1 per il richiedente; +0,5 per ogni componente con disabilità; +0,4 per ogni componente over 60; +0,15 per minori fino a 2 anni di età; +0,10 per altri minori. Il valore massimo può arrivare a 2,2, 2,3 in caso di disabili gravi nel nucleo familiare.
Le famiglie invece che al momento non si sono visti sospendere il RdC potrànno percepirlo per altre 7 mensilità, dopo accederanno, se spettante, al reddito di inclusione: se cittadini Ue, o un suo familiare titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, come pure i cittadini di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, ovvero titolare dello status di protezione internazionale. È però necessario essere residenti in Italia per almeno 5 anni, di cui gli ultimi 2 anni in modo continuativo. Il limite Isee per accedere al reddito di inclusione rimane invariato di 9.360 euro.
Nel frattempo, dopo l’aumento ai capigruppo della Camera di circa 1250 euro netti mensili, dopo l’aumento agli amministratori dei Comuni con remunerazione anche di circa 15 mila euro per i sindaci, dop che nel sistema pubblico la cosiddetta “performance” è stata spalmata per i dipendenti a seconda del livello con i soliti annosi paralleli premi e incentivi, dopo il ripristino dei vitalizi al Senato, qualche giorno addietro, il 2 agosto, è stato approvato un ordine del giorno alla Camera di valutare la proposta di più soldi ai deputati equiparando i rispettivi stipendi a quelli dei colleghi senatori con un aumento di circa 500 euro mensili.
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