Il destino dei due dogo argentini è affidato al magistrato. Tre le ipotesi: abbattimento, riabilitazione, permanenza in un canile
«Avevo il bambino in mano quando uno dei cani, l’unico libero in giardino, all’improvviso, senza motivo apparente, ha aggredito il piccolo cercando di portarmelo via. L’ho difeso, ho combattuto, ma mi ha trascinata sul giardino. Poi sono riuscita a chiudere il cane e sono fuggita fuori casa urlando, chiedendo aiuto con mio figlio tra le braccia, ma è stato tutto inutile». È la ricostruzione della tragedia resa da Maria Crisafulli, la mamma del piccolo Giorgio, il bimbo di 18 mesi morto dopo essere stato sbranato ieri da uno dei due dogo argentini che avevano in casa da anni a Mascalucia, secondo quando riferito all’Ansa dal legale d’ufficio, l’avvocato Fabio Cantarella, che è anche vicesindaco del comune pedemontano. La donna, indagata per omicidio colposo come atto dovuto dalla Procura di Catania in attesa di compiere l’autopsia, ieri sera si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande dei carabinieri e del Pm.
I due molossi si trovano attualmente in un canile privato convenzionato con il comune, come disposto dal vicesindaco Cantarella in raccordo con l’Asp di Catania e la Procura. «Resteranno lì 10 giorni per un controllo – spiega all’Ansa Carmelo Macrì, direttore del servizio veterinario dell’Asp di Catania –. Bisogna fare delle verifiche per stabilire se hanno la rabbia e possono trasmetterla. Essendo sotto sequestro giudiziario il loro futuro sarà stabilito dal magistrato».
Sono tre le ipotesi: La prima è l’abbattimento. La seconda quella di essere affidati a un centro di riabilitazione, già abbiamo avuto diverse richieste da parte di associazioni animaliste per avere affidati i cani per il recupero. Per l’ultimo potrebbe essere deciso di mantenerli in vita in un centro. Tutto questo dipenderà da come reagiranno gli animali.