L’associazione di promozione sociale “AntoLoGI” spiega agli studenti paternesi il significato della migrazione, un itinerario non estraneo al nostro retaggio
Comprendere la migrazione, la prossimità dell’altro e della sua vicenda umana sono stati i cardini di alcuni incontri svoltisi a Paternò. Il fenomeno della migrazione non è recente, non è attribuibile agli ultimi decenni, bensì è un fenomeno presente e silente nella nostra memoria storica, nella memoria del popolo siciliano, sin dalla colonizzazione greca dell’VIII e VII sec. a. C. e ancora alle partenze, circa un secolo fa, dei nostri avi nel continente americano.
Vittorio Alfieri, Claudio Bartolotta, Rino Scurria e Giuseppe Barbagiovanni, quasi tutti componenti dell’associazione “AntoLoGi”, situata a Sant’Agata di Militello, hanno presentato un reportage sull’immigrazione attuale e dei primi del ’900, all’istituto tecnico commerciale “G. Russo” e al liceo classico “M. Rapisardi” di Paternò (nella galleria fotografica gli studenti e alcune delle immagini proiettate).
«La migliore sintesi della mission del progetto ClanDestino è la poesia “A rota gira e vota” di Rino Scurria – ha spiegato ad Yvii 24 Alfieri – lui ha voluto donare all’associazione la sua opera che narra di un destino comune, come hanno fatto i “Sud Sound System” (gruppo pugliese) che hanno regalato la canzone “Lampedusa”. Entrambe queste opere sono state inserite nel documentario. ClanDestino è un progetto scelto e finanziato dalla Regione Siciliana, precisamente dall’assessorato alla Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro, nell’ambito dell’accordo di programma quadro denominato “Giovani protagonisti di sé e del territorio-CreAzione giovani”. Il progetto è stato pensato – ha continuato Alfieri – in tempi non sospetti, quando c’è stata nel 2013 l’opportunità di partecipare ad un bando della Regione, prima che ci fosse la strage nel Mediterraneo, poco distante da Lampedusa, il 3 ottobre dello stesso anno, quando solo i morti accertati furono 368, quindi siamo stati involontari precursori di un tema adesso affrontato in varie modalità».
La messa in evidenza nel titolo di destino serve a rilevare la condizione o la sorte di alcuni costretti a lasciare i luoghi natii. Gli studenti hanno assistito alla visione di una parte di questo reportage (circa 30 minuti, il filmato completo dura oltre un’ora), alcune scene girate in centri di accoglienza, primo soccorso, identificazione e protezione, interessati soprattutto i centri di Priolo Gargallo, Augusta e Avola in provincia di Siracusa, e Martina Franca in Puglia. Da queste località sono scaturite anche delle testimonianze di ragazzi ospiti: narrazioni ardue di un viaggio coatto, in molti casi, ma che cela la speranza di una vita diversa rispetto a quella abbandonata. Nel reportage si comprendono anche i percorsi intrapresi da questi migranti, si vedono con nitidezza i momenti dei soccorsi ai più fortunati, ma anche la prigionia toccata ad altri, senza un valido motivo.
Questo lavoro durato nove mesi si compone di un dvd e un libro in cui la ricerca storica, l’elaborazione statistica e le testimonianze dirette dei migranti, sotto forma di interviste, ne sono l’intelaiatura. Il 4 dicembre si concluderà il lavoro di presentazione nei vari istituti, perché il materiale verrà consegnato alla Regione Siciliana.
L’associazione sociale “AntoLoGi” con quest’impegno ha voluto semplicemente, ma in guisa efficace, focalizzare una problematica di cui si parla ma non si trova una soluzione soddisfacente; una questione tante volte strumentalizzata per fini politici, che oscura il lato umano della vicenda, facendo leva sull’incognita dello straniero, sulla mancanza di conoscenza, un divario che può essere facilmente superato pensando che tutti siamo figli della medesima natura.