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La denuncia è stata depositata dall’avvocato Goffredo D’Antona insieme al comitato “per l’ospedale di Paterno”e ha come oggetto il fermo dei lavori dell’ospedale Santissimo Salvatore e altri fatti
Si è svolta questa mattina all’interno dei locali della parrocchia Santo Spirito di Paternò una conferenza stampa indetta dal Comitato “Difendiamo il SS. Salvatore” e da diverse associazioni che si pongono l’obiettivo comune di impedire lo smantellamento dell’ospedale paternese, nel corso della quale è stato illustrato l’esposto presentato alla Procura della Repubblica di Catania sui lavori e su altre vicende che riguardano il nosocomio cittadino. La denuncia è stata depositata lo scorso 22 aprile dall’avvocato Goffredo D’Antona insieme al comitato, e ha come oggetto il fermo dei lavori al “Santissimo Salvatore”, iniziati e poi bloccati, ma anche fatti anomali che avrebbero svantaggiato il presidio paternese a favore di quello di Biancavilla.
Presenti all’incontro con la stampa, nella stessa sede che ha visto la nascita del comitato, oltre all’avvocato D’Antona, anche alcuni rappresentanti delle associazioni e del comitato che sostengono la lotta a difesa dell’ ospedale.
Tra le anomalie segnalate nell’esposto, emerse nel corso di un incontro con l’allora assessore Lucia Borsellino e a seguito di un’interrogazione parlamentare della deputata Giulia Grillo del Movimento Cinque Stelle, la decisione di rafforzare l’ospedale di Biancavilla a danno di quello di Paternò, “taroccando”, termine usato dall’avvocato D’Antona, i dati delle prestazioni ospedaliere.
Nell’esposto, in particolare, si legge: “I dati delle prestazioni all’ospedale di Paternò sono stranamente diminuiti da 29.795 a 26.065, mentre Biancavilla è passata da 26.523 a 26.273 sorpassando Paternò”. Altra anomalia il blocco dei lavori nel 2009 dopo lo stanziamento di 10 milioni di euro per la ristrutturazione e la messa in sicurezza, e poi la chiusura del punto nascita e le promesse non mantenute lo scorso anno, da parte dell’allora direttore generale Ida Grossi, sullo stanziamento di 600 mila a favore della struttura.
«Mi sono chiesto – dice l’avvocato D’Antona a Yvii24 – perché proprio Paternò, perchè questi fatti anomali. Prima i lavori iniziati nel 2009 e poi bloccati, poi la chiusura dei punti nascita. Tutto questo senza un perché. E poi promesse di intervento non mantenute e sopratutto dati ufficiali che sono stati “taroccati”. Scendono i numeri delle prestazioni sanitarie di Paternò e salgono quelli di Biancavilla. Com’è mai possibile che dati ufficiali possano subire una modifica? Ci sono i presupposti di falso in atto pubblico e abuso di atti d’ufficio».