Anche la Segretaria Cgil Susanna Camusso ritwitta #IOSONOQÈ. Interrogazioni dei deputati Albanella e Burtone
Si terrà domani, con inizio da piazza Roma, a Catania (concentramento alle 9:30), la manifestazione con corteo dei lavoratori del call center Qè di Paternò, organizzata da Slc Cgil e Fistel Cisl di Catania. Il corteo, con sit-in e presidio finale, terminerà davanti il palazzo dell’Esa, sede catanese della Regione Siciliana.
I circa 600 lavoratori del call center rischiano di uscire dal mercato del lavoro dopo il fallimento della società, che ha un indebitamento di 6 milioni e mezzo, ma anche per la mancanza di imprenditori locali e aziende nazionali disposti a rilevare o affittare l’azienda e dare continuità alle importanti commesse.
Intanto si lavora per la convocazione di un tavolo di concertazione, con la partecipazione di tutti i soggetti sociali ed istituzionali interessati, con l’obiettivo di salvaguardare i livelli occupazionali esistenti. Mercoledì 28 settembre a Roma, alle ore 16, presso Montecitorio una delegazione sindacale della Slc Cgil e della Fistel Cisl di Catania verrà ricevuta dal Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Cesare Damiano.
Prosegue anche la campagna virale #IOSONOQÈ a cui si aggiungono di ora in ora testimonial autorevoli, fra cui la Segretaria della Cgil Susanna Camusso. La stragrande maggioranza dei commercianti paternesi ha aderito, lasciandosi fotografare con un cartello recante l’hashtag della campagna.
Gli onorevoli Luisa Albanella e Giovanni Burtone (entrambi Pd), hanno presentato due interrogazioni sulla Qè.
Di seguito il testo dell’interrogazione di Albanella.
Ai Ministri dello sviluppo economico
e del lavoro e delle politiche sociali
per sapere,
premesso che:
in un territorio già segnato da una profonda crisi economica ed occupazionale quale quello della provincia di Catania, sulla città di Paternò si è abbattuta la notizia del possibile licenziamento di ben 585 posti di lavoro della società di Call center Qè, che gestisce commesse statali inbound come Enel ed INPS, quest’ultima attraverso subappalto con Transcom Worl Wide Spa competitor nazionale, e commesse come Wind e Sky outbound;
il drammatico epilogo di una fallimentare gestione che, a seguito delle forti pressioni sindacali, è stata certificata nel giugno scorso con l’approvazione del bilancio consuntivo dal quale emerge un debito di circa 6,5 milioni di debito dei quali, secondo le stesse dichiarazioni dell’amministratore unico, la maggior parte deriverebbe dal mancato pagamento dell’IVA, con conseguente attestazione di evasione fiscale;
nell’aprile 2015 è iniziata la cassa integrazione e un anno dopo il licenziamento per duecento lavoratori a progetto. Nello scorso mese di maggio i contratti di solidarietà che hanno evitato i 90 esuberi richiesti dall’azienda, ma dal medesimo mese vengono pagati gli stipendi e non si ricevono nemmeno i contributi Inps;
nel corso dell’incontro recentemente tenutosi presso la Prefettura di Catania per il salvataggio dell’impresa di Paternò, le societàj Gpi e Transcom, che avevano manifestato l’interesse ad acquistare il call center, hanno fatto un passo indietro e sembra allontanarsi anche l’ipotesi di affitto di parte dell’azienda, l’unica prospettiva di continuità lavorativa sembrerebbe riguardare solo i 90 lavoratori impegnati nelle commesse Wind ed Enel, per i quali potrebbe profilarsi un subentro;
appare di tutta evidenza la necessità di una gestione di tale crisi aziendale che vada oltre la dimensione locale e che metta in campo ogni iniziativa utile per scongiurare un esito occupazionale tanto pesante in una Regione che già sconta tassi di disoccupazione drammatici -:
quali iniziative intendano assumere al fine di convocare un tavolo di concertazione, con la partecipazione di tutti i soggetti sociali ed istituzionali interessati, affinché vengano salvaguardati i livelli occupazionali esistenti nel settore dei call center nella città di Paternò.
On. Albanella