Dopo un nostro articolo sui disabili, la consorte del primo cittadino contro l’intera categoria: «nn meritano un solo minuto del vostro tempo prezioso»
“Cara Mirella, la puoi fare come vuoi, rimane sempre zucca! A mio avviso è solo tempo sprecato e si dà rilevanza a categorie che nn meritano un solo minuto del vostro tempo prezioso che togliete ad altre cose più importanti! TVB”.
“Mirella” è il vicesindaco di Santa Maria di Licodia, Mirella Rizzo; le “categorie” sono i giornalisti; il commento è postato da Anna Fichera, moglie del primo cittadino licodiese Totò Mastroianni (a lato lo screeshot), sull’articolo di replica del vicesindaco (pubblicato su Yvii24 e postato sul gruppo Facebook “Santa Maria di Licodia”) al nostro precedente pezzo, scritto da Luca Crispi, sui ritardi nell’abbattimento delle barriere architettoniche nei palazzi di competenza comunale (rileggi l’articolo; rileggi la replica).
Tutto ciò è avvenuto all’indomani della commemorazione di Pippo Fava, direttore de “I Siciliani”, ammazzato dalla mafia 36 anni fa, e alla vigilia della commemorazione di Beppe Alfano, corrispondente de “La Sicilia”, ammazzato dalla mafia l’8 gennaio di 27 anni fa. Entrambi, insieme a Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Mario Francese, Mauro Rostagno, Peppino Impastato, Giancarlo Siani, sono stati eliminati perché con i loro articoli hanno pestato i piedi a “cosa nostra” e ad amministratori, politici, imprenditori protetti dalle cosche.
Aver letto “categorie che nn meritano un solo minuto del vostro tempo prezioso” è stato un vero pugno nello stomaco, ancor di più se a scriverlo non è stato un utente qualsiasi di Facebook, al quale avremmo dedicato solo una fugace risposta sui social, ma la consorte di un rappresentante delle istituzioni. La nostra unica colpa, che ha meritato il piccato commento della signora, è stata quella di aver ricordato al sindaco di Santa Maria di Licodia gli impegni che aveva assunto il 12 dicembre del 2018 con i cittadini disabili, ed in particolare con una cittadina, sull’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici di competenza comunale e che rimangono, ancora oggi, in larga misura disattesi. Tanto è bastato alla consorte del sindaco per azionare i polpastrelli sulla tastiera e aggredire l’intera categoria dei giornalisti.
Se “il prezioso tempo” sottratto da un amministratore alla sua nobile causa per replicare a un giornalista fosse stato dedicato a me, nella qualità di direttore, e a Luca Crispi, nella qualità di autore dell’articolo, lo avrei pure accettato perché fa parte del nostro mestiere, ed avremmo replicato opponendo le nostre ragioni.
Ma l’aver inglobato l’intera nostra categoria, che ogni anno paga un enorme tributo di sangue alla causa della “verità”, mi ha particolarmente angustiato perché calpesta la memoria di chi è morto inseguendo questo supremo ideale.
Il ricordo di Pippo Fava, e ciò che ha significato per Catania e per la sua provincia, illumina ogni momento della mia attività: sono particolarmente orgoglioso di avere scritto per “I Siciliani” quando, dopo la sua morte, la testata riprese vigore (erano i primi anni ’90). Come Yvii24 abbiamo scelto di fissare come unico riferimento non il potere, ma la verità ed il lettore-cittadino, riassumendo la nostra azione nella frase simbolo “watchdog journalism”, ovvero il “giornalismo cane da guardia”, e non cane da compagnia del potere.
Aver sollevato nel nostro articolo, ancora una volta, le difficoltà nel vivere quotidiano di una parte di cittadini riportando la verità, ci dà la certezza di stare dalla parte del giusto: la signora avrebbe avuto ragione se avesse dimostrato che mentivamo. Il perdurare delle difficoltà che i cittadini disabili licodiesi vivono nell’accesso agli edifici comunali, dimostra che l’articolo di Luca Crispi, non contiene alcuna bugia. È stata data voce ai cittadini, il nostro unico padrone: nemmeno l’editore deve condizionare il giornalista, il cui unico faro rimane “la verità sostanziale dei fatti”.
Nel caso concreto, il nostro articolo non solo ha parlato delle difficoltà vissute dai cittadini, ma, ancor di più, di una parte di cittadini svantaggiati, i disabili, che vivono già una condizione difficile nella loro quotidianità aggravata dalla scarsa sensibilità a tutti i livelli: da chi occupa i loro stalli, alla costante negazione dei diritti, sino all’impossibilità di accedere nella casa di tutti, ovvero i palazzi pubblici. Quando un cittadino si rivolge alla nostra testata cerchiamo di impegnarci al massimo perché sappiamo bene che un articolo ha un grande impatto sull’amministratore e può condurre alla reale risoluzione del problema. Quando è un cittadino disabile a rivolgersi a noi, cerchiamo di innestare una marcia in più nella nostra azione perché quel cittadino ha una esigenza maggiore.
Parole che fanno male quella della signora Fichera, peraltro non nuova ad attaccare i giornalisti su Facebook, rivolte a una categoria che spesso, a ragione, è accusata di fare comunella con chi governa. Eppure questo caso è l’esatto opposto: la signora ci attacca perché abbiamo ricordato ai governanti gli impegni disattesi con i cittadini disabili, un vero e proprio paradosso! Inoltre, paragonare un “minuto” perso da un amministratore al lavoro di giornalisti come Fava, De Mauro, Francese ci sembra davvero una colossale sproporzione.
Signor sindaco di Santa Maria di Licodia, belle le parole, la fascia a tracolla sulla spalla destra, le corone di fiori, i sorrisi, le strette di mano, le foto, le dichiarazioni in tv quando c’è da commemorare. Tuttavia, lei non ha preso le distanze da quanto scritto da sua moglie, circostanza che equivale ad una condivisione di quel pensiero. Quei sorrisi, quelle parole, quelle dichiarazioni, alla luce di quel “categorie che nn meritano un solo minuto del vostro tempo prezioso” non hanno alcun valore. Ci pensi la prossima volta che si recherà a commemorare chi è stato ucciso per aver svolto il proprio dovere: eviterà ai suoi concittadini una insopportabile ipocrisia.