Non si erano visti da anni tanti cantieri in Sicilia. Una sferzata di investimenti avviati e previsti che di tutta evidenza sta facendo bene all’economia dell’Isola, augurandosi ovviamente che il tutto venga amministrato con lungimiranza e legalità dalla Politica regionale, in maniera che il beneficio persista nel tempo e non sbiadisca al termine dei lavori. E appare ragionevole anche non abbassare la guardia, poiché in passato sarebbe accaduto che investimenti verso l’Isola siano stati successivamente dirottati altrove mentre da destra a sinistra si declamavano per l’Isola illusori interventi viari e ferroviari.
FERROVIE. L’altro ieri a Trapani è stato presentato il progetto “Aspettando il solstizio d’inverno”, promosso dalla Camera di Commercio di Trapani e dalla Logos (un ente di formazione e di consulenza presente da oltre 30 anni in tutta la Sicilia) per sostenere la candidatura della provincia di Trapani al riconoscimento Unesco, promosso dal commissario della Camera di commercio e dall’amministratore della Logos, in collaborazione con Unioncamere Sicilia, al fine di costruire un sistema integrato pubblico-privato capace di attrarre strutturalmente un turismo sostenibile 365 giorni l’anno, a cui gli assessorati regionali, alle Attività produttive e Turismo, metteranno a disposizione i prossimi bandi generali validi per tutte le imprese dell’Isola e valuteranno anche specifiche iniziative o singoli progetti di sistema, a partire dalla stessa candidatura, per l’eventuale inserimento nelle prossime programmazioni e nel nuovo Piano di promozione.
Avviati e previsti investimenti che animano l’economia isolana
Durante la sessione conclusiva, Dario Lo Bosco, presidente di Rfi e coordinatore del Polo Infrastrutture del Gruppo Fs, ha sottolineato l’importanza degli investimenti in corso nel settore ferroviario, sia a livello nazionale che in Sicilia. Ha affermato che l’Isola non aveva mai visto un impegno simile, con 17,4 miliardi di euro di investimenti previsti. In particolare, ha menzionato l’intervento sulla linea Palermo-Catania-Messina, con l’obiettivo di aumentare la velocità massima a 250 km/h in alcuni tratti. Inoltre, sta lavorando alla revisione dell’intera linea per consentire questa velocità sull’intero percorso, in vista del futuro Ponte sullo Stretto. L’intervento comprende anche la ridefinizione dell’intera rete ferroviaria regionale, l’elettrificazione della tratta Palermo-Trapani via Milo con un investimento di 130 milioni di euro, e la creazione di una variante per collegare direttamente l’aeroporto di Birgi alla rete ferroviaria, con l’obiettivo di ridurre il tempo di percorrenza tra i due aeroporti a meno di un’ora. Inoltre, Lo Bosco ha annunciato ulteriori iniziative per trasformare le stazioni in hub di servizi per i passeggeri, offrendo prodotti enogastronomici, artigianato e prodotti per la salute e il benessere. Questo progetto includerà anche l’installazione di palestre a disposizione dei giovani, compresi gli studenti Erasmus. Inoltre, la vecchia stazione di Enna sarà trasformata in un centro di ricerca per attrarre giovani talenti, sia locali che internazionali. Lo Bosco ha anche deliberato la creazione di un’Accademia coordinata da mons. Antonio Staglianò, vescovo emerito di Noto e presidente della Pontificia Accademia di Teologia.
Avviati e previsti investimenti che animano l’economia isolana
Il presidente Salvatore Ombra di Airgest [l’Aeroporto di Trapani-Birgi, un aeroporto militare italiano, aperto al traffico civile che ricade sul territorio dei comuni di Misiliscemi e di Marsala, accanto al fiume Birgi. Lo scalo civile è intitolato a Vincenzo Florio, quello militare al tenente pilota, M.O.V.M., Livio Bassi)] ha espresso il suo impegno nel consolidare il traffico passeggeri e superare la soglia di 1,5 milioni di passeggeri nel 2024, attraverso trattative con diverse compagnie aeree. Ha enfatizzato l’importanza delle nuove connessioni per migliorare la mobilità dei viaggiatori e ha evidenziato la sinergia tra gli aeroporti di Birgi e Punta Raisi nell’organizzazione dell’offerta di trasporto.
PONTE. Secondo quanto dichiarato qualche giorno addietro in una nota dal presidente di Rete Civica Sicilia Fernando Rizzo (che è anche consulente giuridico della sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano di FI) in merito alle recenti divergenze (peraltro di tutta evidenza di stretta misura e che certamente troveranno una concordata soluzione) sugli importi compartecipativi tra il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e i due Presidenti di regione, Renato Schifani per la Sicilia e Roberto Occhiuto per la Calabria per la realizzazione del Ponte sullo Stretto «Il 45% delle opere collegate al ponte saranno costruite in Sicilia, per un totale di 10,4 km (in galleria 71%; all’aperto 23%; su viadotto 6%) per gli allacci alle autostrade A18 Messina-Catania e A20 Messina-Palermo in concessione al CAS; ben 17,5 km (in galleria 93%; all’aperto 5%; su viadotto 2%) per gli allacci alla nuova stazione ferroviaria di Messina. E nel progetto sia inserita la metropolitana Messina – Reggio Cal., comprendente le stazioni in sotterranea di Viale Europa, Annunziata, Papardo e il collegamento con Villa San Giovanni, Reggio centrale e Aeroporto di Reggio. Oltre al ripascimento delle spiagge da Monforte a S.Agata, la via del mare da Gazzi a Tremestieri, il risanamento della zona falcata, la riqualificazione dei laghi di Ganzirri, il depuratore di Tono e la nuova rete fognaria zona nord. Opere capaci di dare nuova prospettiva alla Sicilia che ha perso in 10 anni circa 300.000 abitanti e a Messina che ne ha perso 25.000 nello stesso periodo risultando la città europea con il più alto spopolamento” e aggiunge Rizzo riguardo alla divergenza tra il Ministro Salvini e i due presidenti di Regione, Schifani e Occhiuto “Tale conflitto istituzionale è stato immediatamente colto dai media e dai partiti nazionali, pronti a chiedere che le risorse FSC, siano – come sempre – stornate verso regioni più efficienti, magari per qualche altra pedemontana in Lombardia o Veneto, per qualche tunnel, passante o metropolitana in Emilia Romagna o Piemonte, data la consapevolezza di un’incapacità conclamata di utilizzare risorse europee e nazionali per miliardi. Rete Civica stigmatizza tale inadeguatezza programmatica, sintomo di un limite culturale e di visione, tipico di una gran parte di siciliani che da sempre antepongono “u cumannari” al benessere del proprio territorio“».
L’OPINIONE
Alcuni anni addietro cercai di occuparmi su quanto si diceva riguardo agli storni inerenti i fondi per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, di cui la trasversale politica nazionale e siciliana, di centrodestra e centrosinistra, ci declamava sarebbero stati impiegati per l’isola, in strade, ferrovie, ecc. mentre parrebbe al contrario siano stati dirottati altrove. Appresi informalmente che quei fondi, pari a 1 miliardo e 300 milioni, già stanziati, approvati e accantonati dal Cipe nel 2009, sarebbero poi stati utilizzati: 300 milioni dal governo di centrodestra nel 2009 per finanziare la perdita dell’ICI; 1 miliardo sempre il governo di centrodestra lo utilizzò nel gennaio 2012 per la 3^ Tav dei Giovi Genova Milano Rotterdam; nel luglio 2013 il governo di centrosinistra ne destinò 500 milioni per i progetti della tav Napoli Bari. E negli anni successivi a seconda dei governi, con altri fondi, due miliardi al Nord, per il collegamento super veloce tra Milano e Brescia e tra Milano e Venezia. Ecco perché non si deve abbassare neanche adesso la guardia su qualsiasi investimento e infrastruttura per la Sicilia, se non vogliamo pure che l’Isola divenga essenzialmente un alloggio per anziani e pensionati, poiché i nostri ragazzi – la forza biologica di qualsiasi società vivente – da anni sono costretti ad emigrare in cerca di lavoro o attività dignitosa in quanto, è lampante (almeno per chi può e vuole vedere), che non tutti possono o riescono ad entrare nel sicuro e garantito lavoro (anche elettorale) del sistema pubblico-politico siciliano.