Il 24 febbraio u.s. gli agricoltori siciliani erano giunti con i loro trattori a Pozzallo e avevano manifestato al porto contro l’arrivo delle navi dall’estero che scaricano grano, indicato dai manifestanti, come oltre ad essere nocivi per la salute dell’uomo, starebbe annichilendo per il basso costo il settore agricolo. Il grano arriva dal Canada e gli agricoltori sostengono sia prodotto con l’uso del glifosato, l’erbicida più usato nel mondo in agricoltura, che serve a far anticipare la mietitura del grano che comporta l’abbassamento del costo di produzione, per questo motivo il grano che proviene dall’estero avrebbe un costo minore rispetto a quello italiano e in generale europeo. La Commissione Europea a settembre dell’anno scorso ha autorizzato l’uso del glifosato fino al 2033 seppure con delle limitazioni: per esempio, prevede il divieto d’uso per il disseccamento del raccolto, una pratica utilizzata in particolare dai grandi produttori di cereali; per ridurre la dispersione della sostanza la Commissione propone inoltre fasce tampone nei campi di almeno 5-10 metri; gli Stati membri dovranno inoltre garantire che l’uso dei pesticidi contenenti glifosato sia ridotto al minimo o meglio ancora vietato in parchi e giardini pubblici. In Ue la licenza di questo erbicida era stata rinnovata l’ultima volta nel 2017 per soli 5 anni, invece dei canonici 15, dopo una lunga disputa politica e scientifica iniziata nel 2015, quando l’Organizzazione mondiale per la sanità aveva classificato per la prima volta la sostanza come «probabilmente cancerogena». A luglio dell’anno passato invece l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, aveva dichiarato di non aver individuato alcuna «area critica di preoccupazione» per gli effetti nell’uomo, negli animali e nell’ambiente che possa impedire l’autorizzazione dell’erbicida.
Adesso è scesa in campo anche la Regione Siciliana, quanto meno per le verifiche biochimiche sul grano proveniente dall’estero, con nuovi controlli del Corpo forestale della Regione Siciliana. Il Nucleo operativo regionale agroalimentare Sicilia (Noras) è intervenuto al porto di Pozzallo, nel Ragusano, su un carico da tremila tonnellate di una nave proveniente da Port-La Nouvelle, in Francia. I campioni di grano sono stati consegnati all’Istituto zooprofilattico della Sicilia per le verifiche sulla sicurezza alimentare.
«Ringrazio il personale del Noras del Corpo forestale – dice l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino – per l’impegno continuo che mette nei controlli sulla qualità dei prodotti che arrivano dall’estero. Il governo Schifani mette al primo posto la salute dei consumatori ed è in prima linea per tutelare agricoltori e produttori dell’Isola».
Il Noras, a seguire, ha eseguito controlli anche nel Maas – Mercati Agro Alimentari Sicilia, a Catania, effettuando un sequestro di quasi 900 chilogrammi di prodotti ortofrutticoli ed elevando sanzioni per 4.800 euro.
«Il nostro obiettivo – dichiara l’assessore regionale al Territorio e all’ambiente Elena Pagana – è garantire a tutti i siciliani tracciabilità dei prodotti e standard elevatissimi di controlli e di qualità. Un’attività che svolgiamo senza soluzione di continuità e che vede la Regione impegnata per garantire la sicurezza degli alimenti e accrescere la fiducia dei cittadini».
La questione grano tuttavia è molto complessa, pure a seguito deli eventi geopolitici, purtroppo, tutt’ora in corso. Ai primi di febbraio di quest’anno alla Fieragricola di Verona, una grande rassegna internazionale dell’agricoltura con 820 espositori da 20 Paesi, 11 padiglioni occupati e vetrina delle tecnologie e dell’innovazione nel settore primario, si evidenziava che per aiutare l’Ucraina, la Commissione Europea e particolarmente l’Italia, ne abbiano sostenuto l’agricoltura, settore primario per quella nazione in guerra. Più specificatamente, l’Ucraina ha collocato sul mercato 22,8 milioni di tonnellate di mais (+3,25% su base tendenziale) destinati per il 58% all’Unione europea. L’Ue nei primi 11 mesi del 2023 ha ritirato 13,36 milioni di tonnellate (+3,19 per cento). L’export ucraino è cresciuto anche con destinazione Italia: +72,29% nei primi 11 mesi del 2023; in termini di volume ha raggiunto quota 2,13 milioni di tonnellate di mais, rappresentando il terzo Paese di destinazione dell’Unione europea, dopo Spagna (3,23 milioni di tonnellate di mais) e Romania (2,83 milioni di tonnellate). Sempre nell’area dei cereali, l’Ucraina ha esportato fra gennaio e novembre 2023 14,4 milioni di tonnellate di frumento (+50,35% rispetto allo stesso periodo del 2022). Il 51% dei volumi di frumento venduti da Kiev sono stati collocati in Unione europea (+111,87%, per una quantità superiore ai 7,31 milioni di tonnellate). L’Italia rappresenta il 3% del market del frumento ucraino e ha ritirato oltre 482.000 tonnellate (+29,32% rispetto a gennaio-novembre 2022), dietro a Spagna (3,27 milioni di tonnellate) e Romania (2,24 milioni di tonnellate). Una parte dei Paesi dell’Europa Centro Orientale lamenta, con riferimento all’export di cereali provenienti dall’Ucraina, prezzi particolarmente competitivi, che metterebbero sotto pressione la redditività degli agricoltori locali. Le quotazioni del prodotto ucraino, con 147 dollari alla tonnellata, sono inferiori rispetto a Brasile (226 $/ton), Argentina (235 $/ton) e Stati Uniti (247 dollari alla tonnellata). Anche il prezzo medio di export del grano tenero con 155 dollari alla tonnellata (il riferimento è alle quotazioni rilevate a novembre 2023, fonte: Teseo.Clal.it) è ampiamente più basso rispetto ai prezzi medi di export del frumento tenero proveniente da Unione europea (253 $/ton) e Stati Uniti (304 dollari alla tonnellata. Il 3 febbraio c.a. la Commissione Ue ha trovato l’intesa fra i 27 Stati Membri per approvare un pacchetto di aiuti da 50 miliardi in quattro anni per l’Ucraina. Nei giorni precedenti, la Commissione europea aveva proposto di rinnovare da giugno l’esenzione dai dazi doganali di cui godono i prodotti agricoli che entrano nella Ue. Un provvedimento che andrebbe abbinato comunque a «misure di salvaguardia» per limitare i volumi dei prodotti più sensibili. Le importazioni totali della Ue dall’Ucraina hanno raggiunto i 24,3 miliardi nei 12 mesi fino a ottobre 2023. Nel 2021, prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le importazioni comunitarie da Kiev ammontavano a 24 miliardi di euro.
Come testata ed emittente ci siamo più volte occupati della protesta degli agricoltori, tra cui citiamo in particolare l’articolo “Italia. La protesta degli agricoltori da Nord a Sud” e la puntata dell’8 febbraio u.s. de “la Parola”.