Dopo la tabella natalizia H del 2023 che ha distribuito implicitamente circa 100 mila euro a testa ad ogni singolo parlamentare siciliano per il rispettivo collegio elettorale tra contributi a enti, fondazioni e associazioni, ecc. per la realizzazione di iniziative di rilevanza sociale, socio-sanitaria, culturale, storica, ricreativa, artistica, sportiva, ambientale, di promozione dell’immagine della Regione e dell’economia locale, adesso arriva di seguito per i deputati una sorta di neo tabella che si potrebbe definire: della Befana. In breve altro panem et circenses (pane e spettacoli) all’inizio del nuovo anno. Un max emendamento alla finanziaria della Regione Siciliana con centinaia di proposte di Maggioranza e Opposizione per altri 40 milioni di contributi a pioggia per tutti. Al momento l’Opposizione non avrebbe inoltrato le proprie proposte mentre lo avrebbe già fatto la Maggioranza.
Dopo la tabella H, altro panem et circenses con la tabella Befana
Ufficialmente si tratta di proposte per turismo e riqualificazione urbana. Indirettamente (tranne per le pletore di codazzi – senza distinzione di genere, colore e confessione – di chi non può e non deve capire) sarebbero per feste, celebrazioni sacre, sagre di paese e restauri di piazze, palazzi e centri sportivi. Insomma passato il teatrino mediatico e negli ultimi anni anche social, ritorna la Realpolitik* all’italiana e specialmente alla siciliana: spartizione costituzionale; tanto pagano e garantiscono come sempre i “buoi contribuenti noti” attraverso l’estorsione fiscale anch’essa costituzionale. Il maxiemendamento sarebbe diviso, facendo dei semplicistici conti della massaia, per la coalizione Pd, Cinque Stelle e Sud chiama Nord in quasi 10 milioni ai 30 deputati dell’Opposizione e, la restante parte dei 30 milioni, andrebbe implicitamente alla coalizione dei 40 deputati della Maggioranza composta da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Unione di Centro, DC Nuova, Popolari e Autonomisti.
Dopo la tabella H, altro panem et circenses con la tabella Befana
Comunque si deve sempre attendere la votazione finale, seppure il solito decennale tempo torbido si annuncia ad ogni mattino e a cui il cittadino, anche se di sana volontà, assiste impotente per legge e cerca quindi di sopravvivere come può e se ci riesce anche al meglio, tanto, di tutta annosa evidenza, cambia sempre tutto a oratorie per non mutare mai nulla nell’essenza.
Nell’immagine di copertina un particolare interno del teatrino del Castello di meleto a Gaiole in Chianti in provincia di Siena.
L’OPINIONE
Prima di sermonare i “ragazzi” nel discorso di fine anno, si sarebbe dovuta richiamare la trita e notoria, quanto dissimulata, alterazione mentale: arrogante, ipocrita, sprezzante e retorica – per usare eufemismi – degli adulti e matusalemme, specialmente quelli nell’Olimpo della Politica e Istituzioni, emulato purtroppo, nella sua vera decennale interiorità, dalla società e specialmente dalle nuove generazioni, le quali di certo non sono nate così. Tutti però, ovviamente a plaudire, così anche autoassolvendosi la coscienza. D’altra parte, ormai chi fiata il contrario, soprattutto tra i comuni cittadini, rischia, in modo particolare civilmente, nel nostro repubblicano, democratico e occidentale totalitarismo del reale, quanto mistificato, allineato pensiero unico pubblico-politico. Altro che “sonnambuli“, i cittadini si è forzosamente assoggettati. FINO A CHE DURA.