Per le appena trascorse elezioni al parlamento europeo, dell’8 e 9 giugno 2024, ha votato in Sicilia quasi il 38% degli aventi diritto (il dato definitivo si attesta intorno al 37,3%). È andata meglio, seppure parzialmente, con circa il 49,9% alle contestuali Amministrative che si svolgevano in 37 comuni dell’Isola. In sostanza la “democrazia” appare quasi moribonda. Ad eleggere i rappresentanti in politica, sembrerebbero sempre essere le pletore irreggimentate dei “seguiti” di ogni singolo referente o partito oppure movimento. La restante maggioranza di popolazione è come se non esistesse. Le motivazioni della pressoché assenza del popolo siciliano al voto, la si ricerca in una combinazione di fattori politici, sociali e culturali, tra cui: 1) disaffezione verso la trasversale politica, poiché molti elettori dell’isola si sentirebbero disillusi e delusi dalla politica e dai politici, percependo che i problemi e le esigenze delle cittadinanze e degli individui non vengano affrontati e da decenni, ciò può portare una mancanza di interesse nel partecipare alle elezioni; 2) con riguardo alle europee, potrebbe avere influito anche una certa percezione di distanza dall’Europa, come se quest’ultima fosse un’entità lontana e le cui decisioni non avrebbero un impatto diretto sulla vita quotidiana, un’idea, anche veicolata da certa semplicistica politica, quando al contrario, le decisioni a Bruxelles saranno e sono di tutta evidenza sempre più incisive nella vita quotidiana. Ci sarebbero anche altre spiegazioni, quali ad esempio le problematiche legate alla disoccupazione, emigrazione, delinquenza, mafia, corruzione, arroganza e indolenza pubblico-politica, tutti elementi che fanno sentire scoraggiati molti elettori. L’astensionismo sarebbe pertanto la fatalista pragmatica conclusione che, tanto non cambia nulla (come d’altronde apparirebbe da anni), se non diversamente solo nelle oratorie, monologhi e (preordinate ?) domande ed osservazioni, durante le passerelle, convegni, dibattiti, talk show e discorsi di fine anno. Quindi, implicitamente, si finisce spesso con il concludere, che non giova a niente andare a votare.
Elezioni 2024, la sconfitta della democrazia e delle donne (opinione)
Ma c’è un altro dato forse più significativo dell’astensionismo, quello che vede l’assenza delle donne tra coloro che vanno a rappresentare la Sicilia al Parlamento europeo. Infatti, mentre venivamo martellati dalla propaganda che avevano capoliste delle donne nella circoscrizione Isole, quali la Premier Giorgia Meloni, la segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein e la nuova entrata nella sinistra, Ilaria Salis, di fatto, quasi come fosse stato preordinato, la rinuncia delle candidate che guidavano le liste, determinata dall’essere state elette anche in altre circoscrizioni della Penisola, ha consentito a coloro che venivano subito dopo di acquisire il seggio. Singolare coincidenza, sono tutti uomini. Non si può dire che sia andata meglio per le donne nelle elezioni amministrative siciliane di quest’anno, ove la stragrande maggioranza dei sindaci eletti sono uomini. Qui non si vuole entrare nei particolari, in quanto, comunque in generale, come si usa dire: il popolo, anche se limitato, si è pronunciato. Come pure, non si è dei fan del mondo femminile quale toccasana per la soluzione degli annosi problemi sociali, economici e adesso anche geopolitici. Superato il dismorfismo fisico, nel cervello, così ci direbbe la scienza moderna, si è pressocché identici, mentre la differenza, anche rilevante, la farebbe principalmente, con l’apprendimento ambientale e la formazione, quindi pure decenni se non anche secoli e millenni di cultura e confessioni, di tutta evidenza questi anche divisori tra i due sessi. Però, noi viviamo in una società civile e occidentale, in cui, per fortuna, certi principi di uguaglianza e parità, si vuole che vadano sempre più affermandosi. Sicché una eguale rappresentanza di donne in politica sarebbe sinonimo di tale evoluzione, moderna e umana. Il contrario, come appena visto in queste elezioni in Sicilia, sembra eloquente di una sorta di regressione mentale collettiva. Nella grande guerra e nella seconda, ci dicono gli storici, le donne ebbero una rilevanza notevole: nella prima entrando per la prima volta nelle fabbriche poiché gli uomini erano al fronte; nella seconda andando esse stesse a combattere. Una volta finite le due guerre, per delle ancestrali concezioni culturali e confessionali, le donne sono state ridimensionate ai secolari ruoli. Di solito il parametro soggettivo per comprendere la civiltà di una Nazione o di una comunità, è osservare la condizione femminile e, per fortuna, si vive in Italia e in Europa, specialmente per una donna, nondimeno, fossi per le donne, non abbasserei ugualmente l’attenzione.
Elezioni 2024, la sconfitta della democrazia e delle donne (opinione)
Nell’immagine di copertina, una foto tratta dal web, di donne maggiorenni (all’epoca 21 anni) che per la prima volta, a seguito del decreto legislativo n. 23 del 1° febbraio 1945, potevano votare, (tranne le prostitute schedate che esercitavano al di fuori delle case dove era loro concesso), come anche da quel momento le donne dai 25 anni in poi poterono ricoprire cariche elettive.