Il Tar di Catania ha rigettato a richiesta di un professore universitario di conoscere i nomi degli studenti che nei sondaggi avevano espresso critiche al suo indirizzo. Il Tar ha sentenziato che la richiesta del professore è legittima solo in forma aggregata e non “originale”; sì dunque all’acquisizione dei quesiti e delle risposte, purché sia preclusa l’ostensione di qualsivoglia riferimento diretto o indiretto ai soggetti che hanno reso le risposte. La questione, come riporta ilsole24ore, è sorta dopo che l’amministrazione universitaria aveva prodotto una relazione sulla base di sondaggi effettuati degli studenti, nei quali venivano lamentati carichi di lavoro poco coerenti nonché giudizi d’esame poco obiettivi e a volte persino “vessatori” che costringevano a dover tentare l’esame più volte. Si suggeriva di prestare attenzione sia alle modalità di svolgimento dei corsi che alle condizioni di svolgimento degli esami, per garantire equità e di serenità. Tali criticità avevano implicazioni sul ritardo nel conseguimento del titolo di studio triennale che si ripercuotevano poi su quello magistrale. A detta del docente quanto appreso metteva a repentaglio, e non solo nell’ambiente universitario, la sua reputazione e oltre 30 anni di onorata carriera; da qui l’istanza di accesso agli atti avanzata dal docente. Accesso che tuttavia l’amministrazione riscontrava solo in minima parte con un documento pieno di omissis e in cui – secondo il prof – le poche righe in chiaro erano quasi illeggibili.
L’OPINIONE
La domanda sorge spontanea: perché il professore universitario voleva conoscere i nomi ? …
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