Una donna somala di 38 anni che vive da tempo a Piazza Armerina, in provincia di Enna, mentre rientrava a casa dal lavoro, facendo la badante, è stata insultata e poi aggredita in pieno centro storico intorno alla mezzanotte tra sabato e domenica. La donna stava camminando in via Generale Ciancio sul marciapiede, con indosso il tradizionale vestito e il copricapo, quando un gruppo di giovani ha cominciato ad insultarla con frasi razziste. La donna impaurita, ha provato con un bastone ad allontanare i ragazzi che nel frattempo l’avevano attorniata. Improvvisamene, uno dei ragazzi, un 17enne, l’ha colpita al volto facendola cadere in una pozza di sangue mentre fioccavano gli insulti “E’ morta la pu…nera” parole che sarebbero state sentite da un testimone.
Individuato il 17enne che per razzismo ha aggredito una somala
La donna è stata ricoverata al Presidio Ospedaliero Michele Chiello di Piazza Armerina con la frattura del setto nasale. Ci sarebbero alcuni testimoni che hanno confermato la ricostruzione dell’aggressione ai Carabinieri della locale Stazione i quali hanno anche visionato la registrazione di alcune telecamere di videosorveglianza di un esercizio commerciale aperto 24 ore su 24, i cui video hanno consentito di identificare il 17enne che, già ieri è stato interrogato dagli Inquirenti. Il minorenne farebbe parte di un gruppo, composto da minorenni e maggiorenni della borghesia piazzese, soliti vagabondare in zona con fare da bulli. Qualche settimana addietro il medesimo gruppo sarebbe stato coinvolto in una rissa e identificati dalle forze dell’ordine.
Individuato il 17enne che per razzismo ha aggredito una somala
A Piazza Armerina da anni abitano tantissimi immigrati e risultano bene integrati nella cittadinanza. Circa un centinaio anche fanno parte del progetto dell’associazione Don Bosco 2000, che qualche mese fa ha ricevuto la visita privata del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Di questi una cinquantina, che ha finito il percorso di formazione e inserimento, lavorano in aziende del territorio e vivono, con la famiglia, in abitazioni private. Mentre i restanti 50 sono alloggiati nella struttura della Don Bosco 2000.
L’OPINIONE
La prima asserzione soggettiva è di solidarietà e profondo dispiacere per quella donna, ma come per qualsiasi essere umano (e vivente), oggetto di insulti addirittura razzisti e anche persino ferito. Segue un primo impulso repressivo nei confronti degli aggressori. Su tale ultimo argomento ho scritto da anni, tanto più occupandomi anche di cronaca, che è necessario (anzi urgente prima che si raggiunga qualche soglia di non ritorno in modalità, purtroppo per quelle zone, Messico o Ecuador) ripristinare in questa Nazione (di tutta evidenza da alcuni decenni in una sorta di sbando collettivo socio-psicologico) un sano timore, ma pure e soprattutto conoscenza, innanzitutto attraverso la scuola mediante una materia di base insegnata da laureati in giurisprudenza, delle leggi, ma serie, comprensibili, certe ed efficaci e non le burattinate, incompletezze, inconcludenze, affastellamenti o depenalizzazioni degli ultimi anni. Parallelamente, occorre tempestivamente una Giustizia che lavori e funzioni in tempi responsabili.
Individuato il 17enne che per razzismo ha aggredito una somala
Servono norme inflessibili e indubitabili per tutti, nessuno indenne a cominciare dai Piani alti dello Stato con tutto il suo annesso e connesso, quanto altrettanto in modo martellate bisogna che siano rese notorie a tutti i cittadini e con ogni mezzo, anche mediatico. Leggi chiare contro la diffusa quanto notoriamente dissimulata e persino forzosamente mistificata corruzione in tutto il sistema pubblico-politico, dal puntale fino all’ultimo mattone della base. Norme severe, quasi da paura, contro delinquenza e mafie.
Individuato il 17enne che per razzismo ha aggredito una somala
Ma ho scritto anche che, da parte dei matusalemme e adulti di questa Nazione, in particolare della Politica e Istituzioni, non si può preordinare di rintracciare una rispettiva verginità etica con (ipocriti e magniloquenti) occasionali sermoni o giornate per la legalità e socialità, implicitamente trasferendo alle nuove generazioni certe responsabilità, in special modo di questi ultimi tempi, stante che di sicuro, salvo essere degli incarnati retorici, nonché trogloditi di scienza moderna, i nostri ragazzi non sono nati così.
Individuato il 17enne che per razzismo ha aggredito una somala
Egocentrismo, ipocrisia, prevaricazione, retorica, omertà, arroganza, nonché sprezzo, inganno ed uso con malignità e riserva mentale del prossimo, ci è stato, di fatto, mostrato e pertanto implicitamente insegnato negli anni e tutt’ora, dai nostri trasversali politici, istituzionali, certa cosiddetta gente di spettacolo e dell’informazione, videoclip, pubblicità, media, ecc. Un popolo, ma come pure una piccola comunità, di conseguenza non può essere per naturale emulazione diverso dalla devianza civile, etica, subdola e altro, del complessivo sistema, in particolare di quello che da tempo ci governa o amministra. I nostri rappresentanti, nominati, incaricati, ecc. e a tutti i livelli, genere, colore ed estrazione, continuano indirettamente, se non anche ostentatamente, a trasmettere di fatto il “peggio” anche ai nostri ragazzi, ai quali poi, addirittura si fanno le pubbliche prediche e raccomandazioni, malgrado sia lampante, almeno per chi ancora può e vuole vedere, che i nostri adolescenti e giovani prendono esempio dal visibile regresso umano dell’intero sistema. Non c’è infatti peggior danno psicologico che manipolare con gli adolescenti e giovani. Questa, purtroppo, sta palesemente divenendo la nostra società. Fino a che dura.