Un viaggio nella storia alla scoperta dell’antica città di Abakainon *, i cui resti si trovano nel territorio di Tripi, borgo sui primi rilievi dei Nebrodi nel Messinese. Verrà presentato oggi, sabato 6 aprile, alle 9,30 nella sala convegni dell’hotel “Rosa dei Venti” nella frazione Campogrande del Comune di Tripi, il risultato delle campagne di scavo archeologico effettuate in contrada Piano dal 2019 al 2024, che hanno fornito importanti nuovi dati per la ricostruzione e la conoscenza dell’impianto urbano di Abakainon, centro siculo-greco, successivamente romanizzato, fra i più importanti del territorio.
Presentazione della campagna di scavi di Abakainon
All’incontro saranno presenti gli assessori regionali ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, e al Turismo, sport e spettacolo, Elvira Amata; il sindaco di Tripi, Michele Lemmo; la soprintendente ai Beni culturali di Messina, Mirella Vinci; Giuseppe Natoli, sotto la cui direzione sono state condotte le attività, e Giuseppe Giordano, prorettore vicario dell’Università di Messina. Le indagini sono state effettuate grazie alla sinergia tra la Soprintendenza di Messina e l’Amministrazione comunale. Anche le campagne di scavo hanno visto la piena collaborazione tra le due istituzioni, attraverso un finanziamento comune che ammonta complessivamente a circa 460 mila euro.
«Gli scavi condotti ad Abakainon – sottolinea l’assessore ai Beni culturali, Scarpinato – aprono una preziosa finestra sul passato e consentono di comprendere la storia e la struttura urbana dell’antica città, fornendo preziose informazioni sulla vita e sulle tradizioni dei suoi abitanti».
Nel corso degli scavi sono stati rinvenuti: una stoà porticata di età ellenistico romana, realizzata da grosse mura a doppia cortina di blocchi squadrati, messi in opera a filari isodomi, che consente di identificare lo spazio con l’agorà/foro della città; una sepoltura ad inumazione relativa a un individuo adulto di sesso maschile, deposto in una fossa terragna; un pentanummo di Giustiniano I, forato e usato come ciondolo, rinvenuto in prossimità delle costole, che permette di datare la sepoltura fra la seconda metà del VI e il VII secolo d.C., quando l’area era già in disuso.
* Abakainon, sembra uscire dall’oscurità delle fonti letterarie solo nel IV sec. a.C. allorché Diodoro, narrando le vicende relative a Dionisio I di Siracusa per il 396 a.C., afferma che il tiranno siracusano stanziò a Tindari un gruppo di uomini a lui fedeli ai quali affidò anche una parte di territorio tolto ad Abakainon. La reazione degli Abacenini non tardò ad arrivare: quando Magone nel 393 a.C. sbarcò in Sicilia, la città si alleò con i Cartaginesi. Lo scontro tra Magone e Dionisio si svolse proprio ad Abakainon ma la sconfitta dei Cartaginesi costrinse gli Abacenini a piegarsi al potere di Dionisio I e dunque di Siracusa.Le fonti tornano a parlare di Abakainon in età agatoclea (Agatocle, è stato il tiranno di Siracusa dal 317/316 a.C. e basileus di Sicilia dal 307 a.C. o dal 304 a.C. fino alla morte) quando il dynastes giunse nel centro siculo per mettere a morte quaranta suoi oppositori politici. Nel 262 a.C. la città fu occupata dai Romani che la dichiararono municipium e ne mutarono il nome in Abacaenum. In occasione dello scontro tra Ottaviano e Sesto Pompeo, la città fu costretta a fornire aiuti ad entrambi gli eserciti ma, impoverita e incapace di prestare soccorso, fu punita da Ottaviano che la distrusse.