Quest’anno nelle liste alle europee si sono visti parecchi pseudonimi quasi a non volere apparire uguali agli altri, a volersi distinguere almeno nel nominativo. Presumibilmente ha influito anche quanto detto dalla Premier in pubblico, allorché ha dato l’indicazione ai propri elettori, di Fratelli d’Italia, di scrivere e fare scrivere sulla scheda elettorale: Meloni detta Giorgia, o meglio ancora solo Giorgia. Sicché in diversi quasi ad emulare, tanto più se ad averlo indicato è la leader del partito di maggioranza relativa al Governo e, soprattutto, se a farlo è stata una donna, che per adesso rappresenta il nuovo sesso forte dopo il quasi fallimento complessivo degli uomini in politica negli ultimi decenni, anche se è ancora, pure per le donne, è tutto da vedere quali risultati concreti apporteranno. Come fa notare un quotidiano nazionale di economia, ma rimanendo noi nell’Isola, il caso più eclatante riguardo a pseudonimi, è quello di Edmondo Tamajo, assessore regionale alle Attività produttive in Sicilia e candidato con Forza Italia nella circoscrizione Isole, il quale ha indicato ben quattro pseudonimi: detto Tamaio, detto Di Maio, detto Edy, detto Edi, detto Eddy. Nella stessa circoscrizione, però nelle liste di Fratelli d’Italia, dietro “Giorgia”, ci sono altri con pseudonimi, tra cui il sindaco di Gravina (Catania) Massimiliano Giammusso “detto Massi, detto Musso; e ancora la parlamentare regionale siciliana Giuseppa Savarino, detta Giusi che sul sito dell’Assemblea regionale siciliana è indicata anche come Giusy. Certo che la cosiddetta arte creativa non ci manca in Italia e specialmente in Sicilia. In questo siamo notoriamente da sempre dei “professori”. E non potevano quindi che esserlo anche negli pseudonimi, o “simboli”, come “Giorgia” da un lato ed Elena Ethel Schlein, detta “Elly”, dall’altro nel Pd. Staremo a vedere se gli pseudonimi gioveranno in queste elezioni. Probabilmente potrebbero, poiché l’italiano in generale si stimola in modo emotivo alle intuizioni teatranti, ai simboli, ai colori, ai parolieri che fanno sognare, alle frasi ad effetto, agli slogan, alle battute, al cabaret, alle canzonate, alla pubblicità permeante, alle teorie che fanno volare alti, a ciò che poi il cittadino si vuole sentire raccontare o cantare: un po’ come bimbi con le fiabe del vissero tutti felici e contenti e di contro che un cattivo di turno ha perso.