La vicenda di uno stalker di Agrigento dura da tempo. In sintesi, il 28enne Salvatore R. perseguitava da circa otto anni un’imprenditrice agrigentina, Simona, la quale sui social ha pure descritto le violenze psicologiche e morali patite. A seguito di denuncia confermata dalle indagini, erano state disposti parecchi provvedimenti restrittivi e infine il carcere. Dopo tre anni, il Tribunale della libertà lo aveva assolto poiché ritenuto incapace d’intendere e di volere.
Stalker rimesso in libertà minaccia e fa danni alla sua vittima, ritradotto in carcere
Ma una volta scarcerato aveva ripreso a perseguitarla, rubandogli anche le foto, clonandole l’account, facendole telefonate e messaggi di minacce. Gli è stato quindi notificato il divieto di avvicinamento e comunicazione con Simona. Ma ha violato anche tale proibizione e nella notte tra sabato e domenica del 22/23 luglio dello scorso anno si è recato nel locale dell’imprenditrice sfasciandole e sedie, per poi andare dove abitava la donna e danneggiarle anche la vettura posteggiata sotto casa.
Stalker rimesso in libertà minaccia e fa danni alla sua vittima, ritradotto in carcere
La Procura di Agrigento ha quindi chiesto per il giovane l’aggravamento della misura cautelare, provvedimento che il Gip ha disposto. Il 28enne è stato quindi arrestato e condotto presso la casa circondariale. Durante l’interrogatorio il giovane ha poi ammesso quanto commesso come anche il suo comportamento e chiedendo di essere aiutato. Il giovane ha quindi diversi procedimenti a suo carico.
Stalker rimesso in libertà minaccia e fa danni alla sua vittima, ritradotto in carcere
In quest’ultimo procedimento, il magistrato di sorveglianza, Walter Carlisi, incaricato di valutare la richiesta della Procura di applicare una misura di sicurezza di 2 anni nei confronti di Russotto, nel confermare che l’attuale custodia in carcere, disposta in un altro giudizio, sembra essere l’unica speranza di protezione, ha anche evidenziato il fallimento del sistema di misure di sicurezza, esprimendo il biasimo per la chiusura degli ospedali psichiatrici ”Il caso di specie è indicativo del fallimento dell’attuale sistema delle misure di sicurezza che ha voluto la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari … Non si può nascondere – scrive nel provvedimento – che l’unica speranza sia la permanenza della custodia in carcere disposta nell’ambito di un altro procedimento”.
L’OPINIONE
L’anno passato si era scritto un articolo “Femminicidio. Potrebbe essere anche una compulsione biochimica che oscura la mente ? Non si fermano i casi di femminicidio in tutto il mondo. E se non fosse solo un problema culturale ? Ci sarebbero anche altre cause ?”. In questa nazione, più in generale, sembra esserci da parte di una trasversale classe politico-istituzionale-intellettuale-professionale-sociale, dall’alto in basso e senza distinzione di genere, estrazione, età, confessione e altro, una dissimulata incapacità culturale, se non anche un opportuno e persino interessato rifiuto, a rivedere parecchie rispettabilissime concezioni del passato con le scoperte del penultimo e tanto più corrente secolo sul singolare quanto complesso essere umano. Probabilmente questo è anche uno dei motivi che, insieme ad altro, danno la percezione, se non pure l’evidenza, che in Italia tutto rimanga negli anni pressoché tale e quale.