Ci siamo occupati in precedenza della possibilità di chiusura della cardiochirurgia pediatrica di Taormina, come anche delle eventuali motivazioni normative-economiche-politiche per le quali potrebbe cessare. Si era auspicato a conclusione del secondo articolo appena linkato che potesse esserci un ragionevole ripensamento sulla questione. Ieri il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha annunciato una proroga di sei mesi della collaborazione tra l’Istituto “Bambin Gesù” di Roma e l’ospedale “San Vincenzo” di Taormina.In un primo tempo la notizia che circolava era di un prolungamento di un anno del rapporto economico-cooperativo tra le due strutture ospedaliere. Poi la precisazione del presidente Schifani: sei mesi.
Come avevamo già scritto nel primo articolo sopra linkato, ci sarebbe forse una volontà politica di spostare la cardiochirurgia pediatrica di Taormina a Palermo. Ad aggiudicarsi tale gestione è stata la Fondazione San Donato, il gruppo milanese che gestisce il Policlinico omonimo, il cui presidente è Angelino Alfano ex compagno di partito di Renato Schifani attuale presidente di Forza Italia. Al bando per gestire la chirurgia pediatri ca di Palermo si era presentato il solo predetto gruppo milanese.
E appare d’altronde significativo che con gli ultimi due governi regionali di centrodestra parrebbe essere caduta nel vuoto l’eventuale sottoscrizione di un accordo di collaborazione con la Regione Calabria, che è sprovvista della cardiochirurgia pediatrica in modo da raggiungere e superare il tetto di 5 milioni di abitanti entro il quale la legge Balduzzi per la definizione delle reti ospedaliere regionali precorre una sola struttura di questo tipo ogni cinque milioni di abitanti. Singolare coincidenza che anche l’ultimo governo regionale della Calabria sia di centrodestra.
L’OPINIONE
Che anche la politica parlamentare, da destra a sinistra, di entrambe le Regioni, Sicilia e Calabria (stante che ambedue usufruiscono della cardiochirurgia pediatrica di Taormina), ma più ovviamente messinese, come pure i rispettivi sindaci, non sapessero nulla dei sopracitati accordi per lo spostamento a Palermo – manifestando con le ormai variegate trite passerelle e monologhi a parrocchetto (scruscio propagandistico con rispettivi codazzi) per sensibilizzare la cosiddetta “opinione pubblica” (notoriamente pressoché ormai inesistente anche perché forzosamente non conta nulla se non per mettere Loro la X), quando invece si doveva fare chiaramente presente, ma per tempo, ai propri “referenti”, che si stava superando il limite civile-democratico (ammesso che si percepisca più cosa significhi) – devono raccontarlo alla scuola materna che forse ancora solo lì, interiormente, si può credere a certe annose magniloquenze politico-culturali nazionali e specialmente siciliane.
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