
Nel comune etneo uno dei momenti più sentiti della Pasqua siciliana che vede il clou domenica mattina con “I Diavulazzi di Pasqua”
I “Diavulazzi di Pasqua” di Adrano, l’elemento centrale della Pasqua in provincia di Catania, ricco di suggestioni che rimandano al periodo spagnolo. Ma andiamo a scoprire il cartellone della Settimana Santa nel centro pedemontano etneo.
Il Giovedì Santo i riti iniziano in serata con la processione della seicentesca statua del Cristo alla Colonna, dal capo pieno di lividi e di ferite e pendente da un lato. Il corteo religioso inizia dalla chiesa di San Sebastiano per attraversare via Garibaldi e raggiungere la Chiesa Madre. A condurre il fercolo sulle spalle sono gli uomini con passo lento e sofferente, con tre passi avanti e due indietro, che sembra far rivivere il tormento del Cristo. La processione visita diverse chiese dove sono allestiti i sepolcri.
Il Venerdì mattina la città si anima di buonora per la processione dell’Addolorata, portata a spalla da donne e uomini, tradizionalmente i barbieri. In serata la processione del Cristo Morto, “U Lizzanti” (l’Agonizzante), che attraversa le vie del paese sulle spalle degli universitari con indosso il cappello a punta, mentre le confraternite cittadine sfilano con la cappa bianca e la mozzetta (la mantellina) di diverso colore a seconda della confraternita di appartenenza.
La Domenica di Pasqua, nel corso della prima mattinata, le statue del Cristo Risorto, della Madonna e dell’Angelo vengono portate in processione per le vie cittadine. A mezzogiorno (e replica alle 20), in piazza Umberto, ha luogo il momento più rappresentativo della Pasqua adranita: la Diavolata (“I Diavulazzi ‘i Pasqua“), a cui segue l’Angelicata. Il dramma religioso risale al 1752 ed è opera di don Anselmo Laudine.
Personaggi principali sono i diavoli Lucifero, Belzebù, Astarot; la Morte; l’Umanità; e l’Arcangelo Michele. I diavoli cercano di convincere l’Umanità a restare dannata, poichè il Corpo di Gesù Cristo, che è risorto, non è più nel sepolcro, ma interviene l’Arcangelo Michele che sconfigge definitivamente Lucifero, liberando l’Umanità. Dal 1980 è stata introdotta l’Angelicata, anch’essa opera di Laudine, ma sino a quall’anno non rappresentata, nella quale due Angeli offrono doni alla Madonna e al Cristo Risorto, che proclama la madre Regina del Cielo.
A conclusione, dinanzi alla chiesa di Santa Chiara, avviene l’incontro tra Maria e Gesù, la cosiddetta “Pace”: la Madonna, che già dal mattino era alla ricerca del Figlio risorto, lo incontra e tocca la sua piaga, mentre un Angelo annuncia all’umanità la redenzione degli uomini.