Il consigliere parla di “zone franche” in mano alla criminalità. Abbiamo sentito il consigliere al telefono facendo osservare che si tratta gravi dichiarazioni da suffragare con prove
Lettera aperta del consigliere comunale paternese Giancarlo Ciatto, non più ricandidato alle elezioni amministrative 2017, al Prefetto di Catania Silvana Riccio e al Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Paternò, Capitano Angelo Accardo. Nella missiva, Ciatto, sottolineando di non essere candidato a nessuna carica in questa tornata elettorale amministrativa, scrive che più che una lettera aperta agli organi competenti (Prefetto e Capitano dei Carabinieri), si tratta di un grido di allarme rivolto all’intera città.
«È sotto gli occhi di tutti – scrive Ciatto – (eccetto di coloro i quali li calano a terra e chinano il capo quando camminano) che vi sono intere zone della nostra città (Cristo Re, Quattro Canti ecc.) che sono ormai diventate “zone franche” per gruppi criminali che controllano quella porzione di territorio ed impongono al resto dei cittadini la loro presenza aggressiva ed inquietante. Non si tratta soltanto di far riferimento agli eventi criminosi che si sono succeduti negli ultimi giorni (rapine, atti vandalici), ma di una vera e propria incombente, arrogante, palese, violazione delle regole minime della convivenza civile. Quasi a voler significare: qui comando io e faccio ciò che voglio.
Ora non voglio addentrarmi, non spetta a me, in studi sul fenomeno criminale a Paternò. Certo – prosegue il consigliere – per quanto senza ordine e molto disorganicamente, ritengo che questi gruppetti non siamo del tutto scollegati da fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso. Ma qui, il punto, non è questo. So bene quali siano le regole di uno Stato di diritto, quali sono i meccanismi di garanzia. So anche che le forze dell’ordine lavorano sotto traccia in maniera significativa. Qui, ed ora, si tratta di ristabilire la presenza dello Stato in interi pezzi della nostra Città. Siamo ad un giro di boa, e se vogliamo evitare che gli onesti si chiudano in casa per sempre, bisogna intervenire subito.
Questo allarme – conclude Ciatto – serve anche da appello alle giovani generazioni, altrimenti, tutte le sacrosante manifestazioni dei giorni scorsi in onore di Falcone e Borsellino resteranno soltanto un esercizio retorico ed inutilmente estetico…».
Al ricevimento della lettera, abbiamo sentito ieri mattina il consigliere Ciatto al telefono, facendo presente che si tratta di affermazioni molto gravi che lo diventano ancor di più se espresse da un rappresentante delle istituzioni qual è attualmente lui. Affermazioni che veicolano l’idea di una città in mano alla criminalità e questo, seppur con i fenomeni delinquenziali sotto gli occhi di tutti, ci appare non perfettamente corrispondente alla realtà di Paternò, nella quale le gente non sembra proprio barricata in casa. Inoltre, affermazioni così gravi dovrebbero essere suffragate da prove. Da notare che gli ultimi dati sulla criminalità forniti dalle forze dell’ordine mostrano un calo generalizzato dei reati.
Abbiamo anche chiesto, e ottenuto, dal consigliere che la lettera non restasse “aperta”, come era in un primo momento, ma che fosse fisicamente consegnata a Prefettura e Compagnia dei Carabinieri, cosa che Ciatto ci ha comunicato di aver fatto nella giornata di ieri, personalmente all’Arma e tramite raccomandata alla Prefettura.
«La situazione è sotto gli occhi di tutti – ha risposto ai nostri interrogativi Ciatto – a cominciare dall’abusivismo dilagante. La lettera è già una denuncia e mi auguro che adesso si indaghi sulle mie affermazioni».