Non si sblocca la vicenda dei coniugi disabili da mesi impossibilitati ad entrare in casa propria per il mancato allaccio alla rete del gas metano
Ancora un nuovo scaricabarile fra la Italgas ed il Comune di Biancavilla, sulla vicenda dei due coniugi disabili, Nino Gurgone e la moglie Giusy Distefano già vicesindaco della cittadina, che non possono far ingresso nella loro casa appena edificata e completa, a causa della mancanza dell’allaccio alla rete del gas metano. La vicenda, di cui ci siamo occupati diverse volte (rileggi l’articolo), vede il prolungarsi dei tempi burocratici a causa della presenza nel territorio di Biancavilla della fluoroedenite, minerale simile all’amianto causa di decine di morti per cancro alla pleura. I lavori, proprio per la presenza della fibra pericolosa, prevedono un protocollo ben preciso il cui iter non è ancora concluso.
E il problema non riguarda solo Nino e Giusy, che sognano di far ingresso nella propria abitazione a misura di disabile, ma anche altre decine di abitazioni. Di recente, anche il Prefetto di Catania ha sollecitato lo sblocco della vicenda, dopo l’interessamento dell’attuale direttore provinciale dell’Inca (patronato Cgil) Pippo Glorioso, già sindaco di Biancavilla. In questi giorni, la Italgas, rispondendo al legale della coppia scrive testualmente: “(…) siamo ancora in attesa del permesso da parte del Comune di Biancavilla. (…) abbiamo sollecitato più volte l’ottenimento del suddetto permesso e contiamo di riceverlo quanto prima al fine di poter programmare l’esecuzione dei lavori per la realizzazione del nuovo impianto (…)”.
Dunque, la Italgas chiama direttamente in causa il Comune di Biancavilla mentre l’amministrazione biancavillese dice di attendere l’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. A Yvii24, l’ammininistrazione risponde sulla vicenda tramite il portavoce del sindaco: «Il Comune ha fatto tutti i passaggi: Biancavilla, a differenza di tutti gli altri, deve fare i conti con il discorso fluoroedenite. Sulla questione concreta si attende solo un’ultima risposta dell’Arpa».
E oggi, in una nuova nota al legale dei coniugi Gurgone-Distefano, Italgas scrive, fra le altre cose, che per dare seguito alla richiesta «si è reso necessario istruire un complesso iter procedurale che vede coinvolti diversi enti e istituzioni, Arpa, Asl, Provincia, Comune di Biancavilla, Ministero dell’Ambiente. (…) è immaginabile che un percorso autorizzativo di tale complessità non si esaurisca in breve tempo (…)».
Siamo d’accordo con Italgas: un tale percorso non si esaurisce in breve tempo, soprattutto se per lungo tempo è mancata la volontà di agire a tutti i livelli. Non si capisce il perché, da circa 25 anni a questa parte (da quando cioè è venuta allo scoperto la questione fluoroedenite) la metanizzazione nell’edilizia privata – solo per citare uno dei tanti lavori di scavo nel territorio – sia stata regolarmente assicurata in tempi accettabili, e non in tempi biblici come nel caso di Nino e Giusy.