Il principio della Democrazia Partecipata punta all’inclusione, alla collaborazione e ad un rapporto trasparente fra istituzioni e società civile. Si tratta del 2% del bilancio di ogni Comune da spendere in accordo con la società civile del luogo. L’Ente locale avvisa sul proprio sito istituzionale le associazioni e i comitati del posto affinché compilino un modulo, che solitamente è scaricabile dal medesimo annuncio, in cui si possono dare delle indicazioni su come si intendono spendere tali fondi, ovviamente nei limiti dell’importo previsto, ad esempio: per opere pubbliche, lavori pubblici; sviluppo economico e turismo; spazi ed aree verdi; politiche giovanili; attività sociali, scolastiche ed educative, culturali e sportive. In questo settore ho avuto delle esperienze dirette facendo parte di un piccolo civico comitato. Purtroppo più di una volta ci si è ritrovati con il Comune che non ha avvisato di questi fondi e li ha poi restituiti alla Regione Siciliana. Di tale incomprensibile modalità, sotto il profilo civile e sociale, si era già scritto un articolo tempo addietro con riferimento ai comuni catanesi “Trenta comuni del catanese perdono i fondi della DEMOCRAZIA PARTECIPATA 2020”.
Sicilia. 183 comuni, tra cui Palermo, Catania e Messina, dovrebbero restituire i soldi della DP
Di recente la Regione Siciliana, con decreto n. 37 dell’8 marzo 2024, ha pubblicato la tabella con le sanzioni da applicare ai Comuni per mancata o parziale attivazione dei processi di democrazia partecipata nel 2021. La legge regionale siciliana sulla democrazia partecipata impone infatti a tutti i Comuni di spendere almeno il 2% dei fondi che ricevono ogni anno dalla Regione chiedendo a persone e associazioni di proporre progetti e poi scegliere quali finanziare. Se non lo fanno, si applica una sanzione: sono quindi obbligati a restituire le somme. Come si rileva dal sito “Spendiamolinsieme”, nel 2021 i fondi totali a disposizione erano poco più di 4 milioni e 400 mila euro. Di questi, a quanto risulta dai dati ufficiali diffusi in questi giorni dalla Regione, 1 milione 926 mila euro andrebbe restituito al mittente. Sarebbero 183 i Comuni siciliani da sanzionare. Va detto che il condizionale è d’obbligo poiché posso esserci delle rettifiche, ad esempio, relativamente alle sanzioni 2020, la Regione modificò tre volte la tabella con le sanzioni. Al momento dei 183 Comuni ad oggi ufficialmente sanzionati, 46 Comuni devono restituire soltanto una parte dei fondi disponibili, per lo più piccole cifre, per un totale complessivo di 66 mila 548 euro. E sono 137 quelli che devono restituire l’intera somma a disposizione, pari a 1 milione 859 mila euro, il 42% del totale dei fondi a disposizione di tutte le città siciliane nel 2021 per favorire la partecipazione della cittadinanza. Il grosso di questa somma è riconducibile a Palermo (sanzionata per €279.966,00), Catania (sanzionata per €195.838,00) e Messina (sanzionata per €103.012,00).