A maggio 2023 l’Anci Sicilia e le Associazioni dei consumatori, in un incontro, avevano lanciato un allarme sull’aumento della Tari (tassa sui rifiuti inerente la gestione di questi ultimi e destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento degli stessi). Il metodo siciliano per lo smaltimento rifiuti è quello risaputo ed annoso di inviare all’estero parte della spazzatura che le discariche nell’Isola non riescono ad assorbire, in particolare in Danimarca, con notevoli costi e progressivi aumenti in bolletta a carico dell’utenza.
Ma adesso, con la chiusura a giugno della discarica di Oikos presso Motta Sant’Anastasia (Ct) conseguentemente ad una sentenza definitiva del Consiglio di Giustizia Amministrativa con la quale è stata dichiarata l’illegittimità del rinnovo dell’Autorizzazione ambientale integrata (Aia), indispensabile per il proseguo delle attività dell’impianto, stante la vicinanza di quest’ultimo oltre il limite agli abitati di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, si sono aggravati in tutta l’Isola gli annosi problemi di smaltimento del secco. Sicché le discariche siciliane che, già da tempo a detta di tutti, sono pericolosamente oberate di spazzatura e non potendo compensare anche l’afflusso dei rifiuti precedentemente confluenti nella discarica Oikos, ne spediscono sempre più una quota all’estero. Ciò sta comportando ulteriori aumenti già annunciati a carico dei Comuni e quindi a cascata sui (‘buoi’ noti) contribuenti siciliani.
A iniziare dai sindaci della Sicilia occidentale, a partire dai Comuni palermitani (escluso il capoluogo) ma nell’analoga situazione sarebbero da mesi anche gli Enti locali del massinese e catanese (che però al momento tacciono, troppo impegnati forse in ‘panem et circenses’), è stata inoltrata una richiesta alla Regione Siciliana affinché copra parte di questi costi altrimenti la bolletta della Tari per gli utenti diverrà piuttosto gravosa. La risposta della regione attraverso l’assessore regionale ai Rifiuti, Roberto Di Mauro, non è stata tuttavia rassicurante ”Questa è la conseguenza di tanti fattori. C’è il costo dell’invio dei rifiuti all’estero ma ci sono anche i lavori andati avanti troppo lentamente per la settima vasca della discarica di Palermo e per l’ampliamento dello stesso impianto di Trapani. Ho avuto rassicurazioni sul fatto che i primi termineranno a settembre e i secondi a novembre. Poi la situazione dovrebbe tornare alla normalità“ (dovrebbe: come sempre in Italia e specialmente in Sicilia il condizionale è d’obbligo). E aggiunge l’assessore regionale Di Mauro reiterando un comunicato della Presidenza della Regione Siciliana del 3 marzo 2023 «Abbiamo un fondo da 45 milioni, che va gestito tenendo conto anche di quanto sta avvenendo nella Sicilia orientale dopo la chiusura della discarica Oikos. Stiamo facendo delle valutazioni”.
Così, anche nell’attesa che si prenda a livello di Governo nazionale e, dopo pure regionale, una decisione sugli eventuali Termovalorizzatori da costruire nell’Isola, per i quali tuttavia occorreranno anni, gli utenti (‘buoi’ contribuenti noti, ormai da anni culturalmente ‘balla, canta, bivi e rusti’ con altrettanti soldi pubblici coperti da tasse e debito pubblico), si preparino a rimettere mano alle tasche per pagare gli ulteriori aumenti della raccolta rifiuti. Fino a che dura.
Seguici su tutte le nostre piattaforme social cliccando questo link https://linktr.ee/yviitv e rimani sempre aggiornato