Il 2 febbraio 2023 la Direzione Investigativa Antimafia di Messina aveva eseguito nella provincia di Messina e nel nord Italia un’ordinanza di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale della città dello Stretto, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 4 persone accusate in concorso di turbata libertà dei pubblici incanti. Si trattava di un dirigente, oggi in quiescenza, del Consorzio per le Autostrade siciliane che si trova ora ai domiciliari e di 3 imprenditori a capo di un’impresa leader nella fornitura di servizi attinenti la rete viaria. Le indagini della Dia, coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, avevano fatto emergere come nel corso del 2020 gli indagati avessero posto in essere una serie di collusioni turbando il procedimento di formazione del bando di gara riguardante l’espletamento del servizio di presidio antincendio nelle gallerie della rete autostradale A18 Messina-Catania e A20 Messina-Palermo, indetto dal Consorzio Autostrade Siciliane per un importo di quasi 10 milioni di euro. Attraverso le loro condotte, gli indagati erano riusciti a far sì che il contenuto del bando fosse strutturato in maniera tale da indurre la stazione appaltante ad individuare il contraente in un’Ati già determinata.
Il 15 marzo 2023 la Commissione Antimafia dell’Ars aveva avviato la sua istruttoria sull’appalto relativo al servizio antincendio da parte del Consorzio autostrade siciliane, finito al centro di una inchiesta della Dia di Messina dopo un esposto presentato dal deputato regionale del Pd Nello Dipasquale. Il parlamentare ragusano era stato sentito dalla Commissione e ha ripercorso le varie tappe della vicenda: dalle interrogazioni in Aula nel luglio 2020 e nell’aprile 2021 per segnalare le anomalie delle due versioni dell’appalto, fino alla denuncia presentata alla Procura di Messina nell’agosto del 2021 a seguito dell’affidamento del mega appalto da dieci milioni di euro all’Ati (associazioni temporanee di impresa) composto dalle aziende Ok Gol (To) e Gsa (Ud).
Il 14 corrente mese la Commissione regionale antimafia, presieduta dal presidente Antonello Cracolici, ha ascoltato il nuovo presidente del CAS, Filippo Nasca, che dal suo insediamento ha posto delle inflessibili regole all’interno del consorzio nella gestione dei concorsi e bandi. La Commissione non si è limitata al solo affare da 10 milioni inerente il servizio antincendio che il 2 febbraio aveva fatto eseguire delle misure cautelari nei confronti di quattro persone, accusate in concorso di turbata libertà del pubblici incanti tanto che conseguentemente il Cas li ha revocato in autotutela, ma è andata oltre su una serie di lavori pubblici che il Consorzio gestirà che nei prossimi mesi. Com’è notorio il Consorzio Autostrade siciliano è stato nei decenni terreno di interessi politico-burocratici-corruttivi nonché mafiosi. L’audizione del presidente Nasca del Cas è stata secretata.
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