Sui social scorrono i video delle piogge che hanno investito pesantemente parti della Penisola Arabica. Particolarmente colpiti gli Emirati Arabi Uniti. Significativo, della predetta alluvione, l’aeroporto di Dubai, come anche rispettive strade cittadine nelle quali i veicoli alcuni veicoli sono stati inghiottiti dalla furia delle acque come fossero fiumi in piena acqua. Anche a sud della Penisola, nell’Oman, ci sono stati 18 morti e parecchie persone disperse a causa delle piogge intense. Non sono mancati fulmini e vento forse.
Le piogge inondano la Penisola Arabica (VIDEO) mentre nell’Isola siamo alla sete
All’opposto in Sicilia, non piove da mesi. L’Isola in alcune sue zone, specialmente occidentali, è già alla sete (alle autobotti) e siamo ancora ad aprile, ovverosia prossimi all’estate, che potrebbe essere come una friggitrice ad aria. Possibile che nonostante gli annosi allarmi climatici, non ci sia stato mai alcuno, nel blasonato e trasversale sistema pubblico-politico siciliano, che sapesse della mini era calda in cui siamo entrati da un secolo e mezzo e che pertanto l’Isola, già prospicente alla fornace del deserto del Sahara, potrebbe essere a rischio di desertificazione e specialmente con carenza d’acqua ? Come pure, di contro, potrebbe essere esposta, con l’arrivo della stagione autunnale, ad estreme ed improvvise intemperie, stante l’eccesso di evaporazione del Mediterraneo sempre più caldo.
Le piogge inondano la Penisola Arabica (VIDEO) mentre nell’Isola siamo alla sete
Adesso il sistema pubblico-politico corre ai ripari, dichiarando lo stato di emergenza, costituendo un team di professionisti, chiedendo soldi, per pulire le dighe da fango e detriti, per costruire pozzi, mettere pompe di sollevamento negli invasi, sistemare le reti idriche colabrodo, deviare fiumi e torrenti così da convergere le necessità idriche, nonché realizzare dissalatori e sistemare quelli esistenti. Sicché si apprende, in questa ennesima emergenza nella fattispecie per la carenza d’acqua, che i dissalatori c’erano già nell’Isola: a Gela, Trapani e Porto Empedocle; costati milioni di euro, ma lasciati in disuso da anni. Eloquente il grande dissalatore di Porto Empedocle, costato all’epoca circa 11 milioni di euro e tenuto in funzione per pochi anni, per poi essere abbandonato: nel frattempo che scorrevano governi di centrodestra, centrosinistra e nuovamente di centrodestra. Poi qualcuno, imbecille oppure discriminatore, scrive o declama, che la colpa è di noi cittadini (che non sono i codazzi) i quali votiamo sempre “Antonio”, quando è di tutta evidenza che li abbiamo (vanamente) provati tutti.
L’OPINIONE
Se non ritorna (ma non saprei dire come) un minimo di ragionevolezza, doveroso senso del dovere, etica, deontologia, principio di fini e interessi comuni, nel trasversale sistema pubblico-politico: siciliano, nazionale ed europeo; affinché si pensi bene ai passi che si compiono e, non solo ai soldi che direttamente o implicitamente “girano” anche con l’argomentazione del cosiddetto “green”, rischiamo di ritrovarci, sfiancati socio-economicamente ed esausti tecno-finanziariamente, innanzi ad una bollente quanto altrettanto occasionalmente estrema Natura, la quale potrebbe farci malamente ricordare i prossimi anni e per le nuove generazioni, i prossimi decenni e, ancora avanti, storicamente, almeno i tre secoli a venire.