Si è svolta ieri a Palermo, presso il San Paolo Palace, l’Assemblea dei Soci dell’ANCI Sicilia. Al centro dell’incontro l’allarme sulla criticità: legata al Sistema Integrato dei rifiuti; la crisi finanziaria che attanaglia diversi Enti locali; la crisi idrica di questa estate; i costi energetici elevati che i Comuni spesso devono sostenere. Tutti questi, insieme ad altri aspetti, quali lavori preparatori in vista dell’Assemblea Congressuale ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) del 20 novembre 2024 a Torino . In particolare è stato evidenziato che i Comuni, per lo smaltimento rifiuti, stanno avendo dei notevoli costi, stimati in tre volte quelli di altre Regioni e, a volte, senza potere neanche conferire nelle discariche stante che alcune sono state chiuse conseguentemente ad ordinanze giudiziarie. Anci sottolinea un paradosso (che anche da queste pagine si è a volte richiamato), ovverosia che negli anni si diceva ai cittadini che con la raccolta differenziata i costi in bolletta sarebbero diminuiti mentre la tariffa si è anche più che raddoppiata. La crisi idrica era di tutta evidenza che sarebbe arrivata, atteso che la scienza moderna ci mette in guardia da diversi anni dal cambiamento climatico in corso, ma come di solito si è arrivati all’emergenza di questa estate con i corsi d’acqua, invasi, laghi e pozzi, pressoché o già asciutti. Nel dibattito si è anche ribadita la necessità di interventi non più procrastinabili e per questo è stato chiesto un incontro con il Governo regionale.
Rifiuti, crisi finanziaria e idrica, l’Anci lancia l’allarme
I Comuni guardano con attenzione alla norma condivisa tra il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani e l’ANCI Sicilia che ha previsto uno stanziamento di 50 milioni per la copertura degli extracosti sostenuti dai Comuni per gestione dei rifiuti. La previsione di queste risorse consentirà agli Enti locali interessati di poterne beneficiare ai fini della determinazione del PEF-Rifiuti e della Tari la cui scadenza, in atto, dovrebbe slittare al 20 luglio.
Rifiuti, crisi finanziaria e idrica, l’Anci lancia l’allarme
Ieri intanto si dava notizia che era in corso presso la Commissione Bilancio dell’Ars la discussione sulle somme inerenti la mini manovra di circa cento milioni della quale si era anticipato in un articolo precedente. I punti importanti, superati quelli cosiddetti politici, ovverosia di soddisfare le richieste di vari parlamentari per i rispettivi territori, è di certo la somma di circa quindici milioni di euro ai Comuni più due alle città metropolitane, in cosiddetto predissesto, o più tecnicamente in Piano di riequilibrio finanziario. Ci sono inoltre circa 10 milioni di euro che saranno destinati agli Enti locali con abitanti inferiori a 15 mila per la copertura di passività e per garantire i servizi essenziali. Sono previsti fondi per circa cinque milioni per i Comuni che impiegano giovani per il servizio civile. Si prevederebbero circa due milioni di euro per coprire i costi dei pescatori durante il fermo biologico del dicembre 2022. Circa 13 milioni e oltre saranno destinati alla copertura dei decreti ingiuntivi e pignoramenti ai consorzi di bonifica di Enna e Palermo che non pagano gli stipendi al personale da diversi mesi. Dopo la Commissione bilancio la discussione si sposterà all’Ars, forse già nella giornata di oggi.
L’OPINIONE
Nel frattempo la stragrande maggioranza dei cittadini (senza distinzione di estrazione, età e genere) “sonnambuli, ciechi e senza meta”, non si rende più neanche conto che la trasversale annosa inerzia politico-istituzionale (nazionale e regionale con rispettive pletore di “seguiti”, bravissima nel diffondere propaganda, tanto che, ad esempio, si declama che gli obbiettivi del Pnrr sono stati raggiunti, mentre di fatto, sotto gli occhi di chi può e vuole ancora vedere, continua a non funzionare quasi nulla, dalla Giustizia alla Sanità seppure pilastri di una cosiddetta società evoluta, civile, democratica e occidentale), causerà costi che andranno a gravare sulle imposte e tasse, soprattutto periferiche, quindi anche sui prezzi, trasporti, prestazioni, i quali ultimi sono già, di tutta evidenza, cresciuti negli ultimi tempi di due cifre percentuale. Gli economisti, a volte, quando lo consentono certi conduttori (che non fanno finire un discorso quasi come per non farci capire), ci dicono (in sintesi) che al momento si galleggia con il Pnrr e che per il resto (la società) non ci sono soldi.